Ormai il rapporto tra cittadini e Internet è cambiato. La reteè esplosa, gli utenti passano sempre più tempo su Internet, come si muovono le aziende per comunicare i loro contenuti su Internet? Lo abbiamo chiesto a Luca Conti, fondatore di Pandemia ed esperto di social media, ospite al festival del Giornalismo di Perugia.
«Il rapporto tra azienda e consumatore – spiega Conti – è cambiato sotto vari punti di vista. Fino a qualche anno fa l’importanza dei giornalisti era capitale e insostituibile, il comunicato stampa era un processo quasi obbligatorio. Con l’esplosione della comunicazione online, l’azienda deve adattare la propria comunicazione, in qualche caso bypassando giornali e giornalisti, in qualche altro caso identificando in rete dei soggetti che non sono giornalisti professionisti ma che vengono definiti “influencer”, perché sono utenti uguali agli altri ma con più seguito. E’ dunque necessaria – secondo Conti – una comunicazione più diretta, più efficace e più informale».
Le società sono pronte a questo cambio di registro e di cifra nel flusso della loro comunicazione aziendale?
«Le aziende non sono ancora pronte – dice Conti. Alcune si stanno cominciando a muovere in questa direzione, o avvalendosi della collaborazione delle aziende che fanno Internet pr, oppure assumendo all’interno persone giovani capaci di interfacciarsi con il mondo della rete. Solo poche si muovono a loro agio in questo ambiente».
Cosa ne pensa delle critiche della rete vista come una giungla di opinioni non fondate?
«Una delle caratteristiche della rete è di essere un mondo in cui non c’è uno spazio limitato nell’esprimersi. A differenza dei giornali in rete il lettore deve fare il processo inverso: inondato dalle informazioni, deve selezionare e scegliere quale è vera e autentica e quale no. Questo processo – conclude Conti – non può essere ribaltato, non si può censurare la rete e inserire solo contenuti verificabili, lo strumento non lo consente, significherebbe violentare Internet e farla essere qualcosa che non è. Consapevole di questo, il lettore deve imparare a verificare da sé e incrociare le voci, l’autorevolezza la danno gli stessi utenti, il lettore piano piano si abituerà».
Articolo di Giuseppe Rizzo pubblicato su L’Unità.