Su Massimo Recalcati a Pordenonelegge

Desiderio: parola che deriva da “desiderantes”, termine coniato da Giulio Cesare.
Il desiderio secondo Freud è una vocazione.
Il desiderio è una potenza che ci spinge (ognuno ha il proprio).
Non c’è un desiderio buono o cattivo.
Il desiderio non ha una bussola del bene o del male.
Coloro che ci dicono cosa è giusto o sbagliato ci mettono addosso delle gabbie.
Il bene non è il desiderio, ma la realizzazione del desiderio.
Ciascuno di noi è storto come il tronco della vite, ma proprio in questo tronco contorto, si può trovare se stessi, non nella drittezza delle altre persone.
Il desiderio è una forza che ci spinge verso la vocazione, si si segue la propria vocazione si trova se stessi.
Cosa è il peccato?
Peccato è non assumere la vocazione del proprio desiderio.
Le cose che ci appassionano, sono quelle che ci svegliano.
Egoismo non è raggiungere ciò che vogliamo, ma obbligare qualcun altro a fare ciò che desideriamo.
Coloro che investiranno molto nel proprio desiderio riceveranno tanto.
Secondo la psicanalisi, il desiderio è una legge che non vieta ma libera.
La trasmissione del desiderio avviene attraverso un incontro; l’incontro che trasmette un contagio produce una grande forza.
Il desiderio è una forza che ci supera, ma l’importante è averne il pieno controllo.
Sacrificarsi per le altre persone è sbagliato, si diventa cattivi.
Volete sapere qual è il segreto perché i legami durino?
Il segreto è:”quando l’oggetto è sempre lo stesso eppure è sempre nuovo”.

                                                                                           Federico Filipetto (IVDs)

 

A-MUR

“Ciascuno realizza se stesso nella propria stortura”.

Siamo tutti storti come vitigni ai quali non si può imporre di crescere dritti se non andando contro la loro natura. Nessuno di noi è perfetto, ma è proprio l’imperfezione che ci caratterizza e determina la nostra unicità. Insieme ai nostri difetti gioca un ruolo importante l’elemento del desiderio che contribuisce a distinguerci l’uno dall’altro e a realizzarci. È proprio questo uno dei temi trattati dallo psicanalista Massimo Recalcati, durante la conferenza sul suo ultimo libro ‘I ritratti del desiderio’ dedicato a Jacques Lacan, filosofo degli anni ’50 che lo ha ispirato.
Il desiderio è una vocazione, una forza molto potente che spinge l’uomo verso diverse direzioni, provocando ogni volta “disorientamento e vertigine”. Secondo Recalcati il desiderio ci possiede e ci guida; così come noi non dovremmo sottrarci ad esso perché solo attraverso la sua realizzazione possiamo trovare il bene, anche gli altri non dovrebbero ostacolare il percorso tracciato dal nostro desiderio né cercare di imporcene un altro.
“Chi impone il desiderio chiude in una gabbia morale l’altro”.
Se non si ascolta la chiamata del desiderio subentra la malattia. I sintomi psichici ci avvertono che ci stiamo allontanando dalla verità del nostro desiderio: l’unico modo per essere sani e felici è quindi seguire le proprie vocazioni. Questo sostiene Recalcati. Spesso c’è una certa inumanità nel perseguimento del desiderio perché può andare contro chi ci circonda, ma questo non deve essere confuso con una forma di egoismo che consiste invece nell’imporre i nostri desideri agli altri. Citando le parole di Recalcati, “l’accomodamento alla realtà genera frustrazione”, poiché se ci sottraessimo alle nostre ambizioni e ci accontentassimo della piattezza del mondo che ci circonda, vivremmo nel rimpianto e nel risentimento verso gli altri, accusandoli di averci ostacolato. Continua a leggere

Pordenonelegge.it – Festa del libro con gli autori dal 19 al 23 settembre

Dal 19 al 23 settembre 2012 si rinnova l’appuntamento con pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori: è la tredicesima edizione di una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana. La critica raffinata e il grande pubblico si trovano d’accordo a seguire l’evento come fosse un piccolo compendio del mondo, che sceglie le migliori esperienze culturali tra le linee di tensione energetica che attraversano il pianeta. pordenonelegge riesce infatti a coniugare la leggerezza con la profondità, la provocazione con l’accademia. Propone un’idea multiforme e inclusiva di letteratura, senza pregiudizi, dando spazio ai protagonisti riconosciuti della realtà artistica e intellettuale, ma anche alle novità emergenti. Lo scorso anno, distribuiti nei cinque giorni del Festival, gli oltre duecento appuntamenti sono stati affollati da una pacifica invasione di appassionati del libro, che cercavano nella ricca offerta del programma quel particolare percorso di dialoghi, incontri e conferenze in grado di diventare un itinerario della propria immaginazione: la “loro” pordenonelegge.
Anche quest’anno a pordenonelegge.it ci saranno grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, con un programma che unisce mostri sacri a scrittori esordienti. Sentimenti, memoria, crisi e precarietà sono le parole chiave – i tag -, di questa edizione. Quasi che con un orizzonte storico che si restringe sempre di più, l’unico ancoraggio rimasto sia quello degli affetti e del recupero di una possibile narrazione del sé. Continua a leggere

Pordenonelegge: la giovinezza nei classici

“Siamo stanchi di diventare giovani seri o contenti per forza, o criminali o nevrotici. Vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così senza sogni.”

Così scrive Pasolini nella sua celebre opera “La meglio gioventù” e allo stesso modo esordiscono i ragazzi del Liceo Leopardi-Majorana nell’incontro di Pordenonelegge di stamane, che porta il medesimo titolo della raccolta di poesie di Pasolini.

Dopo mesi di preparazione, corsi di recitazione e dizione, ecco infine che gli studenti del triennio riescono a produrre un vero e proprio recital di poesie, tutte incentrate sul tema della giovinezza. Vengono così interpretati con grande ardore svariati autori: da Dante a Leopardi, da Seneca a Foscolo, da Virgilio ad Alda Merini, Dario Fo, Amos Oz e Anna Frank. In particolare spiccano delle recitazoni molto sentite della “Medea” di Euripide e della tragedia di Shakespeare “Giulietta e Romeo”.

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Mappa dei Sentimenti: l’Amicizia – Dialogo con lo psicologo Dell’Acqua

Venerdì 16 presso Palazzo Gregori si è tenuta la conferenza di Peppe Dell’Acqua, psicologo e compagno di Franco Basaglia (responsabile della chiusura dei manicomi in Italia), sul tema dell’amicizia.

La conferenza, è stata introdotta da una domanda posta dallo stesso Dall’Acqua: “Come si può uscire dalla retorica dell’amicizia, se tutti ne parlano?”

Quindi è iniziata una discussione che ha coinvolto il pubblico, non tanto per fare un’analisi dell’amicizia (cosa che alcuni avrebbero preferito), ma per far riflettere su cosa sia davvero l’amicizia, e su cosa siano i veri amici.

Secondo Dell’Acqua, l’amicizia è qualcosa che permette di acquisire una maggiore consapevolezza di sé; mentre il vero amico è quella persona che ti aiuta a superare le difficoltà quotidiane, rimanendo però disinteressato, e che si sacrifica senza aspettarsi nulla in cambio, in nome di un sentimento reciproco che non ammette egoismo o gelosia.

Dell’Acqua ha trattato inoltre due altri problemi critici dell’amicizia: la distinzione, specie in un mondo come il nostro, dove la gente vive nei social network, tra un vero amico e una semplice persona che conosciamo a malapena, ma che definiamo ugualmente amico; e il pericolo che un’amicizia sfoci in qualcosa di terribile come le droghe. È infatti piuttosto diffusa la convinzione che alcune droghe aiutino a socializzare, ma è falso: esse ingannano e inducono a credere che sia così, mentre invece una volta finito l’effetto, si rimane privi di cose da dire.

Per cui l’incontro ha probabilmente raggiunto il suo scopo: aiutarci a capire come si manifesta veramente l’amicizia, e chi sono davvero i nostri amici veri.

Francesco Avoledo 5 B g Leopardi-Majorana

La Meglio Gioventù – I ragazzi del Leopardi-Majorana riflettono sul tema del futuro, della vita e della morte partendo da alcuni classici di filosofia e letteratura

Giovedì 15 settembre, nel chiostro della biblioteca di Pordenone, a partire dalle 9.30 si è svolto lo spettacolo “La Meglio Gioventù”, recitato dagli alunni del liceo classico Leopardi, guidati dalla professoressa Liviana Covre.

Si è trattato essenzialmente di una lettura di brani tratti dai grandi classici della filosofia e della letteratura: Seneca, Menandro, ma anche Shakespeare, Leopardi, Pasolini, Kavafis e molti altri; accompagnata dall’esecuzione di alcuni Notturni di Chopin e brani di Fabrizio De Andrè, eseguiti sempre da ragazzi del liceo Leopardi-Majorana.

Il senso di questo reading è stato quello di delineare un concetto di futuro che i giovani dovrebbero imbracciare: un futuro dove non dobbiamo per forza “vivere come nevrotici”, come ha detto Pier Paolo Pasolini, vivendo e morendo come dei cliché, stereotipi che fingono di avere una vita propria; e, come si deduce dal celebre dialogo notturno tra Romeo e Giulietta, non bisogna nemmeno vivere senza i propri sogni: “Se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino qui,”- dice Romeo a Giulietta quando si intrufola nel giardino dei suoi nemici Capuleti, rischiando la sua vita per vedere la propria amata “Preferirei che la mia vita finisse per il loro odio che prorogare la morte senza il tuo amore”. Continua a leggere