Compagnia e solitudine di cavalli e ricci

Si sente spesso parlare di amici. Chi sono gli amici? Abbiamo amici a scuola, al lavoro, persino su facebook. Eppure non basta far scorrere la freccetta del mouse su uno schermo virtuale; gli amici si costruiscono da vicino, non senza frustrazione, delusioni e rimorsi. L’amicizia è condivisione, essere liberi con sé e con gli altri. L’amicizia è come la filosofia, è per i bambini, per i giovani e per i vecchi, anche se è nell’adolescenza che si fa di questo sentimento un bisogno quasi irrefrenabile, un impulso morboso che sconfina talvolta nell’immagine dell’identità sessuale. E infatti un labile confine a dividere l’amicizia dall’amore. Sia l’amicizia che l’amore sono basati sulla ricerca dell’altro, un bisogno di esternare se stessi, di trovare uno spazio lì fuori, seppur angusto, alla nostra ingombrante identità. La metafora di un cavallo che non è disposto ad uscire dal proprio recinto a meno che non abbia un’amica, significa che senza qualcuno a cui vogliamo bene non siamo disposti a cambiare. La differenza è che l’amore è animalesco, è una passione che ha bisogno di essere soddisfatta, che seduce l’uomo e che ne limita la possibilità di scelta. L’amore è un sentimento viziato, che oscilla tra piacere e assenza di piacere. Anche l’amicizia oscilla a suo modo tra la compagnia e la solitudine. L’uomo alterna al bisogno di compagnia il fastidio di sentirsi invaso e inizia a fantasticare sulla sua solitudine. Siamo come i ricci di Schopenhauer, che d’inverno si avvicinano per potersi riscaldare, poi però si pungono con gli aculei e sono costretti ad allontanarsi nuovamente.

E se la solitudine non fosse un desiderio, ma una triste realtà? Se l’uomo fosse veramente solo, sul cuor della terra come avrebbe detto Quasimodo? Se l’amicizia fosse solo un emblema di frivolezza e di superficialità? E perché condividere gli aspetti di noi stessi attraverso l’amicizia? In fondo, se è vero che siamo tutti diversi, è anche vero che non abbiamo niente in comune.

 Giulio Bertolo 5 Bg Leopardi-Majorana

Mappa dei Sentimenti: l’Amicizia – Dialogo con lo psicologo Dell’Acqua

Venerdì 16 presso Palazzo Gregori si è tenuta la conferenza di Peppe Dell’Acqua, psicologo e compagno di Franco Basaglia (responsabile della chiusura dei manicomi in Italia), sul tema dell’amicizia.

La conferenza, è stata introdotta da una domanda posta dallo stesso Dall’Acqua: “Come si può uscire dalla retorica dell’amicizia, se tutti ne parlano?”

Quindi è iniziata una discussione che ha coinvolto il pubblico, non tanto per fare un’analisi dell’amicizia (cosa che alcuni avrebbero preferito), ma per far riflettere su cosa sia davvero l’amicizia, e su cosa siano i veri amici.

Secondo Dell’Acqua, l’amicizia è qualcosa che permette di acquisire una maggiore consapevolezza di sé; mentre il vero amico è quella persona che ti aiuta a superare le difficoltà quotidiane, rimanendo però disinteressato, e che si sacrifica senza aspettarsi nulla in cambio, in nome di un sentimento reciproco che non ammette egoismo o gelosia.

Dell’Acqua ha trattato inoltre due altri problemi critici dell’amicizia: la distinzione, specie in un mondo come il nostro, dove la gente vive nei social network, tra un vero amico e una semplice persona che conosciamo a malapena, ma che definiamo ugualmente amico; e il pericolo che un’amicizia sfoci in qualcosa di terribile come le droghe. È infatti piuttosto diffusa la convinzione che alcune droghe aiutino a socializzare, ma è falso: esse ingannano e inducono a credere che sia così, mentre invece una volta finito l’effetto, si rimane privi di cose da dire.

Per cui l’incontro ha probabilmente raggiunto il suo scopo: aiutarci a capire come si manifesta veramente l’amicizia, e chi sono davvero i nostri amici veri.

Francesco Avoledo 5 B g Leopardi-Majorana