Pordenonelegge: la giovinezza nei classici

“Siamo stanchi di diventare giovani seri o contenti per forza, o criminali o nevrotici. Vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così senza sogni.”

Così scrive Pasolini nella sua celebre opera “La meglio gioventù” e allo stesso modo esordiscono i ragazzi del Liceo Leopardi-Majorana nell’incontro di Pordenonelegge di stamane, che porta il medesimo titolo della raccolta di poesie di Pasolini.

Dopo mesi di preparazione, corsi di recitazione e dizione, ecco infine che gli studenti del triennio riescono a produrre un vero e proprio recital di poesie, tutte incentrate sul tema della giovinezza. Vengono così interpretati con grande ardore svariati autori: da Dante a Leopardi, da Seneca a Foscolo, da Virgilio ad Alda Merini, Dario Fo, Amos Oz e Anna Frank. In particolare spiccano delle recitazoni molto sentite della “Medea” di Euripide e della tragedia di Shakespeare “Giulietta e Romeo”.

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La Meglio Gioventù – I ragazzi del Leopardi-Majorana riflettono sul tema del futuro, della vita e della morte partendo da alcuni classici di filosofia e letteratura

Giovedì 15 settembre, nel chiostro della biblioteca di Pordenone, a partire dalle 9.30 si è svolto lo spettacolo “La Meglio Gioventù”, recitato dagli alunni del liceo classico Leopardi, guidati dalla professoressa Liviana Covre.

Si è trattato essenzialmente di una lettura di brani tratti dai grandi classici della filosofia e della letteratura: Seneca, Menandro, ma anche Shakespeare, Leopardi, Pasolini, Kavafis e molti altri; accompagnata dall’esecuzione di alcuni Notturni di Chopin e brani di Fabrizio De Andrè, eseguiti sempre da ragazzi del liceo Leopardi-Majorana.

Il senso di questo reading è stato quello di delineare un concetto di futuro che i giovani dovrebbero imbracciare: un futuro dove non dobbiamo per forza “vivere come nevrotici”, come ha detto Pier Paolo Pasolini, vivendo e morendo come dei cliché, stereotipi che fingono di avere una vita propria; e, come si deduce dal celebre dialogo notturno tra Romeo e Giulietta, non bisogna nemmeno vivere senza i propri sogni: “Se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino qui,”- dice Romeo a Giulietta quando si intrufola nel giardino dei suoi nemici Capuleti, rischiando la sua vita per vedere la propria amata “Preferirei che la mia vita finisse per il loro odio che prorogare la morte senza il tuo amore”. Continua a leggere