Storia di una ladra di libri narra la storia trita e ritrita di una famiglia della Germania durante la seconda guerra mondiale. Verrebbe da pensare al solito film in cui si narrano le vicissitudini di una famiglia che per circostanze fortuite almeno quanto una vincita al lotto riescono a scampare alla morte. Insomma, il solito canovaccio, la solita commedia. Ma questo pregiudizio è destinato a scomparire subito.
Il film si presenta subito in una maniera particolare. La voce calda di un narratore pervade l’orecchio e ciò, unito alla scena innevata, dà la sensazione di essere vicino al fuoco ad ascoltare una vecchia storia del nonno. La storia che si racconta è intrisa di antichi valori che oggi sembrano perduti come lo spirito di fratellanza. La trama è densa di intrecci e particolari interessanti e mai scontati.
Liesel, una ragazza di undici anni viene adottata dalla famiglia Hubermann e grazie al padre adottivo impara a leggere i libri e ad apprezzarli. La signora per cui lavora la madre adottiva, avendo una sera notato il suo amore per i libri, la invita a leggere nella sua biblioteca ogni volta che vuole. Un giorno arriva dal signor Hubermann un ragazzo ebreo, Max, il cui padre aveva salvato la vita al padre di Liesel e si nasconde in casa sua. Il momento centrale della vicenda è la malattia che mette in pericolo la vita di Max. Liesel ruba alcuni libri dalla biblioteca della signora per leggerli e tenere vivo Max con la linfa vitale racchiusa dentro le parole. Ma la guerra che bussa alle porte della famiglia Hubermann sconvolgerà le vite di tutta la famiglia. Max se ne andrà per non mettere a repentaglio la loro incolumità mentre gli altri si salveranno dai bombardamenti finché possono.
La conclusione rivela l’identità che si cela dietro la voce narrante: la Morte.
Se dal punto di vista narrativo le considerazioni sono positive, il lato tecnico si rivela piuttosto scadente.
Le inquadrature sono sommarie e imprecise. I pochi effetti speciali sono camuffati con pressapochismo. Unica nota a favore è la colonna sonora, frutto del genio di John Williams, che permette al film di candidarsi all’Oscar come miglior colonna sonora.
A parte questo unico lato negativo, è un film da vedere assolutamente quando uscirà ad Aprile nelle nostre sale. Le emozioni la fanno da padrona e la storia merita. Un film come pochi.
Filippo Menegotto