La donazione, un gesto di vita

“Coreit! Une vite in pericul:
un vieli una mari un canai?
Suspirs di mil fradis che climi
pes stradis e in ducj i ospedâi.
Corin! Une vite in pericul:
magari ‘l è un nestri nemî.
Plui bel ancjemò sustignîlu,
salvâlu e no fâsi capî.

Il sanc, o chel sanc che tu puartis
Al jemple la vene che a mûr;
la vite, la vite che a torne!
Si jemple di gjonde il to cûr.

Friûl, vonde sanc cu li sarmis;
il nestri che al sei sanc di amôr:
un ben che o metìn in musine
par vinci la muart e il dolôr.
Des monts fin jù jù pe marine,
Friûl ancje in chest tu sês prin,
content se a ti dîs: Diu t’al merti
un vieli, una mari, un frutin. 

Traduzione:

Accorrete! Una vita è in pericolo. Un vecchio? Una madre? Un bambino? Sospiri di mille fratelli che chiamano lungo le strade e in tutti gli ospedali.

Accorriamo! Una vita è in pericolo: magari è un nostro nemico. Ancor più bello aiutarlo, salvarlo e non farsi capire.

Il sangue, oh quel sangue che tu porti, riempie la vena che muore; la vita, la vita che ritorna! Il tuo cuore si riempie di gioia.

Friuli, basta sangue d’armi; che il nostro sia un sangue d’amore: un bene che mettiamo da parte per vincere la morte e il dolore.

Dai monti fin giù al mare, Friuli, anche in questo tu sei primo, sei felice se un vecchio, una madre, un bambino ti dicono “Dio te ne renda merito”

ImmagineL’inno del donatore friulano porta questo testo. Un testo commovente, che, aldilà dell’evidente patriottismo, spiega perché oltre cento alunni dai due licei più importanti di Pordenone siano accorsi per donare sangue. Gli studenti che hanno voluto compiere questo gesto significativo sono più che raddoppiati rispetto all’anno scorso. Segno di una sensibilizzazione crescente anche grazie ai presidi delle scuole, che hanno permesso che si utilizzassero delle ore di lezione per illustrare ai ragazzi cos’è la donazione, come si effettua e chi ne trae vantaggio.
La donazione è una piccola azione di altruismo per qualcuno meno fortunato di noi. Leucemia, anemia sono alcune tra le malattie che costringono le persone a continue trasfusioni per non morire.
Tutto quello che posso fare è raccontare la mia prima esperienza come donatore.
Prima si prova un sentimento che è un misto di paura ed eccitazione. Eccitazione perché si compie un qualcosa di nuovo, un gesto non così comune, ma la paura dell’ago che entra dentro, per quanto si possa essere coraggiosi, c’è sempre unita al fatto che parte del tuo sangue, della tua vita, viene asportata.

Tutto questo svanisce nel momento in cui entra l’ago. Un momento di dolore, ma poi ci si sente normali, rilassati, quasi si stesse prendendo il sole. Si parla con le persone vicino a te, con le infermiere, in un clima disteso, felice.
Nel momento in cui l’ago esce inizia l’estasi. Ci si sente immensamente felici, pervasi da un calore incredibile dentro il cuore. Questa sensazione è tipica di un donatore consapevole che sa perché sta condividendo il suo sangue. È lo stesso motivo che ti spinge poi a ritornare e a ritornare ancora.
La donazione è un gesto di generosità verso un ignoto prossimo, il modo di condividere se stessi con un altro. Un unico messaggio che posso dare è: donatevi al prossimo!

Filippo Menegotto