Il mio viaggio nel cuore dell’Abardare – Serena Luchini

IMG_2752È domenica, don Romano riesce a finire la Messa “presto” (un’ora e mezza, anziché le solite 3 ore) e così abbiamo il tempo per andare alla fonte del Mutitu Water Project. Questo è un progetto che ha permesso di portare acqua corrente dalla catena dell’Abardare ai diversi villaggi, attraverso una fitta rete di tubi.
Per me non era la prima volta che visitavo quelle zone, avevo già un’idea della strada e del cammino che avremo dovuto affrontare per arrivare al bacino dove viene convogliata l’acqua, eppure qualcosa era cambiato, forse il mio modo di vedere le cose e il mondo.
Da dove si lascia la macchina alla fonte sono 3 ore di cammino, immersi nella foresta vergine dell’Abardare. Le ore passano velocemente perché ci si perde a guardare incantati i raggi di sole che passano tra le foglie, sembra quasi di nuotare in un mare di un verde intenso e brillante. Gli sherpa con il machete tagliano i rami per tracciare il sentiero e ci raccomandano di stare attenti alle foglie di ortica.
Casualmente qualche giorno prima avevo letto le pagine di Cuore di tenebra di Joseph Conrad in cui veniva descritta la foresta del Congo, mi sembrava che quelle parole avessero preso vita: il caldo umido non c’era, ma i colori e quelle sensazioni di piacere e paura allo stesso tempo si. Più camminavo, più riflettevo.
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