Orizzonte del postumano – Giovanni Leghissa a Udine (25/2)

L’importanza di un’istruzione scolastica non settaria e non confessionale, capace di espandere, invece di ridurre, la capacità di penetrazione della ragione (compresa l’analisi critica) è fondamentale. Come disse Shakespeare “alcuni la grandezza la possiedono per nascita, altri la conquistano, altri ancora la ricevono in dono”. I bambini che hanno la vita davanti a loro dalla scuola non devono “ricevere in dono” la piccolezza. (Amartya Sen, Identità e violenza)

 

Se crediamo ancora che una civiltà sorga ogniqualvolta un gruppo di uomini riesce a dare la risposta adeguata e vincente a una sfida posta dall’ambiente circostante, sia fisico, sia sociale, mentre la sua decadenza abbia a che fare con la mancanza di creatività della leadership, come sosteneva Arnold Toynbee, ciò di cui hanno bisogno i nostri governanti,

ancora una volta e sempre di più,

è  un Brain trust.

Se accettiamo l’intuizione di Jacques Lacan che il capitalismo non è solo uno dei modi più potenti di trasformare la società da feudale a industriale, da contadina a urbana, da nazionale a globale, ma è un discorso che frantuma le relazioni affettive e solidali e che quindi il “discorso del capitalista”, più di ogni altro impoverisce la complessità del presente e le nostre qualità mentali, ponendo dei forti limiti a quella immaginazione creativa necessaria per interpretare le trasformazioni in corso, ciò di cui abbiamo bisogno,

ancora una volta e sempre di più,

è di cultura, forse di Cultural Studies.

Ma se iniziamo a concepire la cultura come un luogo di lotta continua, di teorizzazioni più che di teorie compiute e fini a se stesse, come ci propone Stuart Hall, diventa necessario superare le ristrette categorie del pensiero occidentale e approdare a nuovi punti di vista, radicali e spiazzanti, senza liquidarli in anticipo come utopici, accettando che interrogarsi sull’identità e la differenza significa anche debordare dai confini disciplinari tradizionali, spiando dinamiche sociali in rapido mutamento e incrociando l’emergere di un nuovo modo di concepire la cittadinanza e il vivere associato.

Non è un terreno agevole su cui muoversi e per questo abbiamo bisogno di una guida.

Abbiamo bisogno forse di qualcuno che sappia spiegare da maestro, con la passione di allievo, la necessità di un movimento di pensiero che è politico prima che intellettuale.

Abbiamo bisogno di ascoltare chi venerdì 25 febbraio, alle ore 17.30,  presso il Liceo Manzoni di Udine, ci mostrerà la necessità di tracciare l’ Orizzonte del postumano, di confrontarci con il pericolo del tentativo di riplasmare la dimensione dell’umano da parte del neoliberismo e con l’urgenza di prendere atto che, su questa strada, l’Italia è forse oggi drammaticamente all’avanguardia. 

Abbiamo bisogno di ascoltare Giovanni Leghissa, un giovane creativo insegnante universitario di filosofia, in Italia e all’estero,

e magari anche di chiedergli quali autori convocherebbe nel suo Brain trust.

Cristina Di Fusco

Un pensiero su “Orizzonte del postumano – Giovanni Leghissa a Udine (25/2)

  1. A lot of of whatever you state is supprisingly legitimate and it makes me ponder the reason why I hadn’t looked at this with this light previously. This particular piece truly did turn the light on for me personally as far as this specific topic goes. However there is actually 1 factor I am not necessarily too cozy with so whilst I make an effort to reconcile that with the main idea of your position, allow me observe just what all the rest of the visitors have to point out.Nicely done.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>