“Nuda Veritas”. Il Leo-Major al Malibran di Venezia ad ascoltare “ I classici contro” (Antonio Forte, Valentina Bordin, Chiara Bettini)

classici-controLa conferenza tenutasi al teatro Malibran di Venezia, nell’ambito del progetto “Classici contro: Nuda Veritas”, si è aperta con l’intervento di Stefano Quaglia, esperto di cultura classica al Ministero dell’Istruzione. “Chi ha paura dei classici?” A questa domanda ha dato una risposta il professore, affermando che coloro che hanno compiuto studi diversi da quelli classici li temono profondamente e che tutti abbiamo bisogno del patrimonio ereditato dal mondo antico, poiché è in grado di permettere ad ognuno di rispondere alle domande importanti sul senso dell’esistenza, in quanto è misura del nostro divenire. All’intervento di Quaglia è seguito quello di Arianna Braghin, del gruppo di ricerca “Alètheia” dell’Università Ca’ Foscari. La giovane relatrice ha presentato la figura di Omero, affermando che il potere del suono si rivela nella voce delle Muse da cui il cantore trae l’ispirazione per la composizione e l’esecuzione del suo canto. Le dee, sempre presenti agli eventi della vita, donano il canto all’aedo cieco e privo del sapere, Omero, comunicandogli quella conoscenza totale e quel messaggio che lo rendono un maestro di virtù e di verità. La vista e l’udito del cantore greco si intrecciano e agiscono nel processo della conoscenza, come strumenti sui quali il canto epico deve fondersi per raggiungere l’alètheia. Della verità e della seduzione erotica nella poetica greca, su questo si è fondata invece l’accattivante argomentazione di Claude Calame, noto professore dell’Università di Yale, nella quale ha parlato di Elena. Quest’ultima, come racconta Isocrate, sarebbe apparsa ad Omero chiedendogli di comporre sulla guerra di Troia un poema che presentasse eroi più illustri dei mortali: pare dunque ovvio che la fama dell’Iliade e il suo fascino siano dati dall’intervento della seducente eroina. E proprio nella seduzione si incontrano verità poetica ed eros, ritenuto verità vestita. Sport e guerra partono secondo Paola Bernardini, dell’Università di Urbino,  dallo stesso scopo, lo scontro. L’ agòn greco come lotta in cui si deve vincere: nella civiltà ellenica infatti si doveva essere i migliori. L’agonismo investiva molteplici aspetti dell’esistenza degli antichi Greci, dalla pratica bellica all’atletismo, dalla politica alla retorica. Nello scontro agonale la verità è rappresentata dal risultato incontrovertibile che vede un vincitore e un vinto; nel duello eroico la verità è sì la prova dei fatti, cioè l’esito finale, ma è anche il riconoscimento che il combattente vuole dai commilitoni per il proprio valore.  La conferenza si è conclusa con il brillante intervento di Carmine Catenacci, professore di Letteratura greca all’Università di Chieti – Pescara, il quale ha affrontato il tema delle reazioni pericolose a cui può portare la verità nella poesia, affermando che quest’ultima, come sosteneva lo stesso Pindaro, con la sua capacità plastica e l’autorevolezza enunciativa, diventa pericolosa, se essa si fa portatrice di menzogna e inganno. Il progetto “Nuda Veritas” oltre a coinvolgere numerosi appassionati della cultura classica, ha anche coinvolto molti giovani studenti  facendo conoscere loro l’affascinante concetto di verità nella cultura ellenica.

Antonio Forte, Valentina Bordin, Chiara Bettini, VBg

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