Le Voci del Corpo / 4 – Daniela Floriduz e Diego Kriscak mercoledì 26 febbraio in Biblioteca civica

Daniela Floriduz – Non solo buio

Il fenomeno della sinestesia, solitamente, rimanda al mondo artistico, in particolare alla musica, alla poesia, alla pittura. Tuttavia, soprattutto a partire dal XVIII secolo, la filosofia si è interrogata sulle modalità attraverso cui i sensi, travalicando la propria sfera di pertinenza, giungono ad interagire reciprocamente, rendendo il processo conoscitivo assai più variegato e complesso di quanto potrebbe far pensare un’analisi esclusivamente fisiologica. In particolare, in presenza di un deficit sensoriale, la sinestesia interviene in maniera pressoché costante e quotidiana, per compensare la mancanza di informazioni dovuta, per l’appunto, al deficit percettivo. Tipico è il caso della cecità: attraverso la vista, l’essere umano, soprattutto nel contesto sociale odierno, ricava il 98% delle informazioni sul mondo. Tuttavia la sinestesia permette di accedere, anche se in maniera mediata, ad esperienze prettamente visive, quali il colore. Naturalmente, il mondo dei ciechi non è strutturato a colori, ma non è neanche nero, come comunemente si crede. Anche se non esperito direttamente, il colore diventa parte del vissuto umano e psicologico dei non vedenti. Esistono esperienze interessanti che, attraverso l’attivazione di canali sensoriali non visivi, possono restituire ai ciechi la magia di un mondo a colori. Il tutto assume importanti conseguenze a livello di integrazione scolastica, attivando suggestivi canali di comunicazione tra il mondo dei vedenti e quello dei ciechi e acquista anche, per questi ultimi, un’importanza non trascurabile sul versante della vita quotidiana e dell’autonomia personale.

Diego Kriscak – Vibroacoustic body

“La Vita è vibrazione, la Materia è vibrazione. Gli Atomi vibrano, l’Universo vibra. Il Suono è vibrazione. La Luce è vibrazione. La Temperatura è vibrazione. Il Massaggio è vibrazione. La differenza tra tutte queste vibrazioni è data soltanto dalla velocità di ogni ciclo di impulsi (vale a dire dalla frequenza).”

Olav Skille

Risulta piuttosto ovvio come la musica, ovvero il suono, possa indurre o veicolare stati d’animo ed emozioni, agendo attraverso il canale uditivo che trasmette il messaggio sonoro al cervello. Ciò che forse è meno ovvio è il fatto che il suono possa giungere al cervello anche attraverso l’epidermide, le ossa e gli organi interni. La famosa percussionista Evelyn Glennie, sorda dalla nascita, risulta essere una delle musiciste più interessanti degli ultimi anni. In questo caso la sordità ha costretto Glennie ad acuire la percezione sonora attraverso l’uso delle vibrazioni che, dalla pedana di legno, si trasmettono ai suoi piedi. La percezione vibratoria è forse meno evidente di quella uditiva, ma gli effetti, in particolare delle basse frequenze, sono altrettanto e forse più significativi. Pensiamo al rombo di un treno in corsa, o al “pompare” dei bassi in una discoteca. Percepiamo questi suoni attraverso l’orecchio, certamente, ma anche il nostro corpo nella sua interezza riceve il messaggio. Lo studio sugli infrasuoni, vale a dire di quei suoni dalla frequenza inferiore all’udibile, dimostrano che molte situazioni di malessere fisico, quali nausea o emicranie, sono strettamente legate alla loro presenza nelle immediate vicinanze dei soggetti testati. La visione di figure immaginarie e fantasmatiche è anch’essa connessa alla presenza di infrasuoni: il suono, a tutti gli effetti, lavora profondamente su di noi. Ciò che negli ultimi anni si è cercato assiduamente è una sistematizzazione dell’effetto terapeutico della vibrazione sonora. Quello che si è potuto fissare con certezza matematica, a seguito di migliaia di ore di test, è che, a determinate frequenze, alcune specifiche parti del nostro corpo entrano in risonanza, producendo, in questo modo, una sorta di automassaggio, che dall’interno si propaga verso l’esterno. Esploreremo alcuni aspetti di questa esperienza che in Italia è ancora in buona parte sconosciuta.

Biblioteca Civica di Pordenone – Sala “Teresina Degan”, 26 febbraio 2014 – h. 17:30

Daniela Floriduz ha conseguito la laurea in Filosofia nel 1996 presso l’Università di Trieste, dove ha anche ottenuto il titolo di Dottore di ricerca nel 2003. Insegna storia e filosofia al Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone. Si occupa, a livello nazionale, di integrazione scolastica dei minorati della vista ed è vice Presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Pordenone.

Diego Kriscak è tra i maggiori studiosi della vibroacustica in Italia, con ricerche pubblicate in libri e riviste. Si è specializzato in Musicoterapia presso l’Università Jean Monnet di Bruxelles ed è membro della Società Internazionale per la Vibroacustica e dell’Istituto Internazionale di Acustica e Vibrazione. È stato ricercatore presso il Center for Advanced Research and Mental Aid di Milano in convenzione con l’Università Cattolica, dove ha collaudato un lettino vibroacustico di sua invenzione. Tra le pubblicazioni scientifiche si segnalano: Musicoterapia e Vibroacustica, in “Braining”, 2, 2007; Vibrazioni che guariscono, in “BioGuida. Trimestrale di ricerca olistica”, 23, 2008 e D. Kriscak, A. Raffaelli, “Le ultime frontiere per il trattamento del dolore. Realtà virtuale 4D e lettino vibroacustico del Centro CARMA di Udine”, in E. Molinari, G. Castelnuovo (a cura di), Psicologia clinica del dolore (Springer, Milano 2010).

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