L’America dimenticata – (IVBs)

Russo-VladimiroIl 18 di settembre, nell’ambito di  “Pordenonelegge” si è svolta la conferenza “L’AMERICA DIMENTICATA” tenuta dai relatori Lucio Russo, matematico e fisico, e Valerio Vladmiro architetto e storico. Si è analizzato il contenuto dell’omonimo libro di Russo, che si propone di dimostrare la presenza di contatti tra l’America e civiltà del Mediterraneo prima di Cristoforo Colombo, che secondo la tradizione “scoprì” l’America, e ancora prima dei Vichinghi. Infatti è ormai un’idea accettata che questi giunsero nel nuovo continente attraverso le rotte nordiche.
Il libro si suddivide in due parti, la prima storico/teorica ed una seconda in cui sono presenti esempi concreti. Nella prima parte viene affrontata la storia delle civiltà e vengono proposte due teorie di evoluzione dell’uomo: secondo la teoria dell’evoluzionismo lo sviluppo riguarda propriamente ogni civiltà che segue il suo processo individualmente, quindi coesisterebbero livelli di avanzamento diversi; poiché sono presenti differenze sostanziali tra le varie culture si potrebbe quasi sfiorare il tema del razzismo. La seconda teoria predilige il diffusionismo, ipotizzando quindi uno sviluppo della civiltà e  dell’innovazione diffusa appunto grazie ai contatti (es. la ruota viene scoperta una volta sola).
Nella seconda parte del libro si documenta e dimostra la tesi. Russo segue la teoria del diffusionismo e durante la conferenza ci mostra immagini di reperti archeologici trovati in America del Sud ed in Istria, risalenti al periodo romano. Alcuni rappresentavano dei cavalli che trainavano dei carri con ruote, alcune addirittura con raggi, altri raffiguravano l’ananas, frutto esistente solo in America. Ciò sembrerebbe confermare che ci sono stati dei contatti con l’America, ancora prima che fosse scoperta dai Vichinghi e da Colombo. A questo punto i due studiosi si accingono ad affrontare un altro argomento a sostegno della tesi, discutendo di come Eratostene misurò la circonferenza terrestre. In seguito sarà Tolomeo, studioso che basò la sua teoria su quella di Eratostene, ad  elaborare una serie di calcoli relativi alla  circonferenza della terra  che risultò essere più piccola del 40% rispetto a quella reale. A questo punto il dibattito ha preso una piega puramente polemica e si è sviluppato attraverso una serie di disquisizioni a proposito di quale sia l’esatta misura di uno stadio, l’unità di misura utilizzata all’epoca di Eratostene e sull’”errore” successivo compiuto da Tolomeo. I due studiosi si sono trovati in contrasto su determinati concetti, poiché si affrontavano uno storico ed un matematico e quindi anche due metodi diversi per ricercare le fonti e per analizzarle. Un punto cruciale della discussione è stato la determinazione della  posizione delle cosiddette “Isole Fortunate”: secondo Valerio e le sue ricerche, Tolomeo che a sua volta si era ispirato ad Eratostene, con queste si riferiva alle Isole Canarie, mentre secondo Valerio e la sua attenta analisi queste si trovavano del Mare dei Caraibi, e più precisamente coincidevano con le Isole Antille. Dilungandosi parecchio, il dibatto ha rinunciato allo sviluppo dei contenuti del libro, mettendo in luce il diverso operare degli studiosi e i diversi risultati a cui pervengono: il confronto, l’utilizzo di fonti cartacee o numeriche o di altro genere e l’analisi di tutte le materie comporta la messa in gioco non solo di conoscenze storiche ma anche fisiche, matematiche e scientifiche. Essere stati presenti a questo incontro forse non ha risolto hai nostri occhi la questione proposta dalla conferenza, ma è stato divertente osservare il “duello” tra studiosi e più in generale tra il mondo dei numeri e il mondo dell’humanitas.

De Nardi Elisa, Rossit Ludovica, Savoia Elena, Martini Nicole, Toffoli Giorgia, Lunardelli Filippo, Lot Federico, Travasci Gianluca, Fetahu Suada

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