Oggi mercoledì 7 marzo 2012 alle ore 18.00, presso la Sala “Teresina Degan” della Biblioteca Civica di Pordenone, ci sarà il quarto appuntamento con le Conversazioni sul Postmoderno. Letture critiche del nostro tempo organizzato in collaborazione tra Biblioteca Civica, Liceo Leopardi-Majorana e Società Filosofica Italiana Sezione Friuli Venezia Giulia. L’ingresso è libero a tutta la cittadinanza. Nello specifico interverrà Francesco Stoppa.
Abstract
Secondo modi e logiche che variano di epoca in epoca, la civiltà corre sempre un medesimo rischio: che i suoi dispositivi simbolici (di conoscenza, misurazione, organizzazione della realtà) e gli ideali di progresso che la percorrono perdano di vista i fondamenti etici che dovrebbero orientarne gli sviluppi possibili. Questo rischio si è fatto oggi talmente evidente che “la macchina”, raggiunta una potenza senza precedenti al punto di rendersi quasi autoreferenziale, riserva dei compiti esclusivamente funzionali o di manutenzione alla presenza umana che dovrebbe invece abitarla e dirigerla.
I linguaggi d’oggi (cibernetici, tecnologici, mediatici, pubblicitari, burocratici, finanziari), con il loro livello di sofisticata astrazione, l’anonimato e la pervasività che li caratterizza, sembrano perciò poter funzionare “in automatico” e fare di conseguenza a meno di qualsivoglia cifra soggettiva; quest’ultima appare anzi, a questo punto, più che una risorsa, un intoppo che rallenta e complica il dinamismo serializzato e protocollare di gestione del mondo. Un simile modello di sviluppo ha tra i suoi effetti collaterali, se non tra i suoi fini, la deresponsabilizzazione delle persone e l’impoverimento del tessuto comunitario della società (inteso come serbatoio di affetti e valori indispensabili per garantire il connotato umano del legame sociale).
In questo intervento, ci si soffermerà in particolare sull’attuale crisi delle istituzioni familiari, scolastiche, sanitarie. Per loro vocazione, le istituzioni dovrebbero rappresentare i presìdi critici preposti non solo alla cura e formazione dei cittadini ma, più in generale, a una costante opera di umanizzazione dei dispositivi che ordinano la realtà. Mentre oggi appaiono sempre più ridotte a servizi erogatori di prestazioni incolori e standardizzate.
La questione della resistenza del vivente chiama invece direttamente in causa la responsabilità di quanti operano nelle istituzioni. È solo a partire dalla loro passione e dal loro impegno che le istituzioni, rivitalizzate e restituite alla loro dignità di luoghi di pensiero e elaborazione critica, potranno offrirsi come gli snodi simbolici necessari per offrire il giusto ascolto alla domanda di senso che, forse mai come oggi, attraversa il legame sociale.
Francesco Stoppa lavora presso il Dipartimento di salute mentale di Pordenone. È analista membro della Scuola di psicoanalisi del Campo lacaniano e docente dell’istituto ICLeS per la formazione degli psicoterapeuti. Autore di saggi di psicoanalisi (vedi sotto la bibliografia), è redattore della rivista “L’Ippogrifo”.