La Pizza di Adele (Filippo Menegotto)

La vita di AdeleDi solito un film che vince una palma d’ora a Cannes è un film di qualità, con una trama interessante e valido dal punto di vista tecnico.
Così non è stato per “La vita di Adele”, film di Abdellatif Kechiche con Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux. Il film si sostiene sul nulla per tre ore. Lo spettatore aspetta per tutta la durata del film, restando a bocca asciutta alla fine.
La trama è semplicissima: Adele, giovane studentessa del Liceo, scopre di essere omosessuale e vive quindi un amore con Emma, una ragazza conosciuta in un bar gay, fino a quando, qualche anno più tardi, si lasciano perché Adele la tradisce con un uomo.
Una trama così semplice lascerebbe presupporre un messaggio finale, alcuni dettagli che facciano riflettere, un senso generale profondo, come peraltro suggerirebbe un tema così delicato come l’omosessualità. Invece no. Il film potrebbe tranquillamente non esistere. Il trailer spiega già tutta la trama, non servirebbe così flagellarsi il cervello con tre ore di primi piani pesanti da far venire il mal di testa. I primi piani insistono anche quando gli interlocutori sono cinque o più, così che chi vede il film resta stordito da continui cambi di inquadratura senza poter vedere altro dell’ambiente che talvolta risulta interessante spaziare più ampiamente.
La storia è totalmente priva di alcun significato e il film sembra un pessimo tentativo di copiare grandi capolavori di durata analoga, quali La Meglio Gioventù e il Titanic. Basti pensare che Adele ed Emma si lasciano mezz’ora prima che finisca il film. Il tempo che viene dopo è un susseguirsi di scene tutte uguali che potrebbero essere benissimo ridotte da mezz’ora a cinque minuti.
Le scene di sesso sono insistenti, monotone e troppo, troppo lunghe, i dialoghi prolungati oltre il sopportabile umano. Persino quando gli interlocutori non hanno più nulla da dirsi, l’inquadratura persiste nel dire il nulla più paralizzante.
Con un trailer così promettente, le attese sono state deluse oltre ogni aspettativa. Un film fatto solo per far notizia, che incassa solo per il semplice di trattare un tema altisonante come l’omosessualità. Un film brutto.

Filippo Menegotto

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>