La Meglio Gioventù – I ragazzi del Leopardi-Majorana riflettono sul tema del futuro, della vita e della morte partendo da alcuni classici di filosofia e letteratura

Giovedì 15 settembre, nel chiostro della biblioteca di Pordenone, a partire dalle 9.30 si è svolto lo spettacolo “La Meglio Gioventù”, recitato dagli alunni del liceo classico Leopardi, guidati dalla professoressa Liviana Covre.

Si è trattato essenzialmente di una lettura di brani tratti dai grandi classici della filosofia e della letteratura: Seneca, Menandro, ma anche Shakespeare, Leopardi, Pasolini, Kavafis e molti altri; accompagnata dall’esecuzione di alcuni Notturni di Chopin e brani di Fabrizio De Andrè, eseguiti sempre da ragazzi del liceo Leopardi-Majorana.

Il senso di questo reading è stato quello di delineare un concetto di futuro che i giovani dovrebbero imbracciare: un futuro dove non dobbiamo per forza “vivere come nevrotici”, come ha detto Pier Paolo Pasolini, vivendo e morendo come dei cliché, stereotipi che fingono di avere una vita propria; e, come si deduce dal celebre dialogo notturno tra Romeo e Giulietta, non bisogna nemmeno vivere senza i propri sogni: “Se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino qui,”- dice Romeo a Giulietta quando si intrufola nel giardino dei suoi nemici Capuleti, rischiando la sua vita per vedere la propria amata “Preferirei che la mia vita finisse per il loro odio che prorogare la morte senza il tuo amore”. Inoltre, bisogna vivere ogni momento in modo da poterlo usare per realizzare i nostri obiettivi, dato che vediamo la morte davanti a noi, e invece essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata, come disse Seneca a Lucilio nelle sue lettere, e dobbiamo augurarci che “la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienza |…|, come ha detto Costantino Kavafis, e non affrettare il viaggio, ma fa che duri anni e che da vecchio metta piede sull’isola tu, ricco, senza aspettarti ricchezze da Itaca: Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio, che altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso, fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso, già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare”, poesia che esorta a trovare il proprio posto nel mondo, la propria strada, la propria “Itaca”, che per quanto magari non sia come l’abbiamo immaginata, va oltre le impressioni, e simboleggia il raggiungimento del proprio scopo nella vita.

È bello dunque poter trovare conforto anche nei classici, quando tutto sembra farci pensare a un noioso futuro privo di aspirazioni, e capire che un futuro simile non avrebbe alcun senso, dato che noi viviamo per realizzare i nostri sogni, per quanto banali o assurdi, conformisti o originali, personali o meno possano essere, sono comunque ciò che ha sempre mosso, e continua tuttora, e continuerà per sempre a muovere il mondo, generazione dopo generazione.

 

Francesco Avoledo  5Bg Leopardi- Majorana

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