La mappa dei sentimenti: Invidia e odio

L’uomo è un essere imperfetto e per quanto si possa contestare ciò, è la sua Ragione gli permette di scegliere come comportarsi: come un essere superiore fino a divenire simile a una bestia. Eppure ci sono degli elementi che alterano il suo stato d’animo, quindi la sua Ragione, i Sentimenti e le Sensazioni, che lo portano ad agire anche in maniera diversa, più o meno giusta, a seconda del suo stato d’animo. Mi hanno sempre colpito per la loro capacità di far vedere a una persona la vita sotto diversi punti di vista, positivamente o negativamente. Vi sono sentimenti “apparentemente” positivi come l’Amore (il più bel sentimento che l’uomo possa provare, perché lo innalza al livello di Dio) e l’Amicizia che tuttavia possono far soffrire l’uomo, qualora non ricambiati, più di quelli negativi. Questi sentimenti negativi sono quelli che rendono belli e felici gli altri, infatti i momenti di gioia non sarebbero apprezzati se non fossero alternati ad altri di rabbia o tristezza.

Alla conferenza con Massimo Recalcati, si è discusso su uno dei sentimenti peggiori e insani ce si possa provare, l’Invidia. Essa consiste nel desiderare ardentemente e impulsivamente qualcosa di materiale (o immateriale) che appartiene ad un prossimo. Costui deve essere una persona vicina a colui che prova tal sentimento e deve essere conosciuta bene, come si dice “l’erba del vicino è sempre più verde”. Ciò può essere dovuto semplicemente per l’astio provato nei confronti di colui che possiede l’oggetto desiderato. Tutto nasce quando un bambino guardando uno specchio, non scorge solo un oggetto qualsiasi, ma la propria immagine riflessa. Qui nasce l’autocoscienza dell’Io, quel bambino capisce di essere unico e pensa di poter ottenere qualsiasi cosa voglia (autocentrismo). Questo non sarà possibile e il bambino lo capirà quando scoprirà l’esistenza degli “Altri”, spesso bambini della sua età che, come lui pensano di essere unici e desiderano le sue stesse cose. Da qui nasce l’invidia, il non poter possedere una cosa, perché già nelle mani di un’altra persona. L’invidia non è da confondere con la Gelosia (che spesso colpisce in campo amoroso) nella quale invece siamo già possessori della “cosa”, l’Odio deriva dalla preoccupazione di perderla.

Invidia e Superbia sono strettamente connesse tra loro, due peccati diversi, ma simili: l’amore eccessivo per quel che si è e per ciò che ci ha, e il desiderare quello degli altri. Capita che una persona amata venga bramata maggiormente quando ci sono molti ammiratori che la rendono ancor più distante e desiderabile. Si può quindi affermare che ci venga dato un senso di piacere nel provare questo sentimento? Spesso capita che una volta ottenuta la cosa tanto desiderata non si badi affatto ad essa e si guardi immediatamente oltre, come i bambini che giocano con i giocattoli più ricercati. Possono essere terzi a farci desiderare qualcosa (come in amore), un esempio è la pubblicità che si basa anche su questo sentimento, che porta gli spettatori a spendere anche molti soldi pur di ottenere qualcosa voluto da molti.

L’Invidia è figlia dell’Odio, del quale si è parlato nel secondo incontro con Maria Rita Parsi. L’Odio, forse il sentimento peggiore che l’uomo possa provare e che, se non controllato, lo porta ad agire in maniera bestiale, fino ad uccidere. Incredibile che per iniziare a parlare dell’odio si sia partiti da un evento completamente alieno ad esso: la nascita di un bambino. Un neonato è considerato una creatura buona, pura, senza colpe, incapace di provare brutti sentimenti, eppure il primo odio che prova è quando è appena nato, quando viene strappato dal caldo ventre materno e si ritrova in un mondo freddo e sconosciuto nel quale vivrà fino alla fine della sua vita. La scrittrice ha paragonato metaforicamente il ventre materno al Paradiso Terrestre, nel quale Adamo ed Eva avevano tutto ciò che potessero desiderare, cibo, libertà, amore, serenità. Quando un bambino nasce è una creatura completamente indifesa, che necessita di aiuto fin dai primi istanti. Per lui pochi minuti di attesa che lo separano dal seno materno, fonte di calore e vita, valgono ore perché ne va della sua salvezza. In quegli attimi il bambino prova “odio” nei confronti della madre che non si appresta a salvarlo, e quando arriva la creatura la riconosce dall’odore, un odore che non si dimenticherà per tutta la vita, quello della madre.

Purtroppo l’odio, se non curato è una malattia che ci dovremo portare dietro. Esso è provato quando si è in una situazione difficile, quando non veniamo compresi, verso persone dalle quali ci si aspetta aiuto e appoggio.

I sentimenti negativi fanno parte integrante della natura dell’uomo, di noi stessi e senza di essi, la nostra esistenza, non ci permetterebbe di apprezzare pienamente i momenti felici.

Sta a noi quindi decidere da quali sensazioni lasciarci trasportare e scegliere di vivere serenamente o lasciarci travolgere da queste folli, insane, irrazionali passioni,  rischiando così di affondare senza più gioire delle bellezze della vita.

Luca Pistelli, VFs

 

 

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