Introduzione alla semiologia – Lezioni di Alberto Sonego al Leomajor

Sabato 18 maggio Alberto Sonego, un ex studente della nostra scuola, ha tenuto per le classi 3Bc, 1Cc, 1Dc alcune lezioni di semiologia.
Di seguito abbiamo pubblicato la sua testimonianza, la bibliografia e i materiali didattici utilizzati, nel caso qualcuno fosse interessato al suo brillante intervento.

Alberto SonegoLe lezioni di semiologia che ho tenuto stamattina al liceo Leopardi-Majorana erano volte a chiarire la persistenza, all’interno delle pratiche comunicative quotidiane, di quegli “oggetti” linguistici indagati dalla filosofia del linguaggio sulla scorta delle indicazioni fornite in merito da Saussure nel suo Corso di linguistica generale. Lingua e linguaggio, segno, significante e significato, processo di significazione, denotazione e connotazione: sono solo alcuni di quegli Elementi di semiologia funzionali non solo a chiarire la semiotica verbale, ma pure in grado di garantirci l’accesso a semiotiche più complesse: quelle dell’immagine, della pubblicità, del discorso politico. Elementi che, una volta chiarito il processo di connotazione dei segni, appaiono effettivamente decisivi per la costruzione dell’ideologia, e la cui conoscenza ci consente non tanto di sfuggire al fascismo della lingua, ma quantomeno di smascherarlo, svelando la deformazione che opera.
Dopo un’iniziale chiarimento attorno alla nascita della semiologia in quanto disciplina affiliata alla linguistica si è proceduto a distinguere il linguaggio dalla lingua (una facoltà dalla sua espressione). Da qui, ci si è addentrati all’interno del territorio della linguistica saussuriana, ricavando le definizioni di quei concetti (segno, denotazione, connotazione, etc.) che diventano gli strumenti analitici di cui la semiologia si serve per indagare le singole semiotiche. Prendendo le mosse dalla definizione che Umberto Eco da di “ideologia” all’interno de La struttura assente, sono state analizzate alcune fotografie provenienti da una rivista statunitense, da un manifesto di propaganda nazi-fascista e da un manifesto pubblicitario di un’azienda veneta. Successivamente, si è passati ad applicare le lettura semiologica all’opera d’arte: Dalì e Lorenzetti.
Le questioni emerse dalle domande degli studenti hanno rivelato un effettivo interesse delle classi coinvolte per la filosofia del linguaggio. È stata forte l’attenzione riservata alla costante presenza dell’ideologia nei processi linguistici: è davvero questa presenza inevitabile? L’arte può fare evadere l’uomo da questo vincolo?
Gli studenti hanno imparato a distinguere il linguaggio da una semiotica (sono riusciti a smascherare autonomamente alcuni difetti del parlare comune, come ad esempio quello legato all’espressione “linguaggio del corpo”); attraverso le domande che mi hanno rivolto alla fine delle lezioni hanno dimostrato di essersi impadroniti degli strumenti della semiologia e di riflettere criticamente sugli stessi; allo stesso modo, hanno accolto e fatto tesoro dell’avvertimento alla consapevolezza lanciato da Rossi Landi nel suo Metodica filosofica e scienza dei segni:

“Come si forma il privilegio linguistico? Esso si forma in quanto una classe o gruppo sociale, dominante di fronte agli altri, accede più degli altri al linguaggio, grazie a tutti i mezzi di informazione e controllo che rientrano nell’educazione largamente intesa, nelle ideologie, nella propaganda”.

Ringrazio ancora la prof.ssa Claudia Manganaro per l’opportunità che mi ha offerto, e tutte le classi che hanno partecipato (3Bc, 1Cc, 1Dc).

Introduzione_semiologia

Bibliografia_filosofia_linguaggio

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