Tra i blocchi di pietra lucida delle vie attorno alla Cattedrale di Trani. Ma è il come, e con chi, che fa differenza, sempre e ovunque. E qui contano le persone -le persone che contano.
-Il tuo ideale di felicità terrena?
Le quattro virtù cardinali: giustizia, prudenza, fortezza, temperanza. Vedere le cose prima, essere padroni delle passioni (conoscendone la forza), tenere duro per cercare ciò che è giusto -magari.
-Per quali errori hai più indulgenza?
Per quelli altrui. Al contrario che per i miei, che aborrisco (specie quando li riconosco: sempre troppo tardi).
-Qual è il tuo personaggio storico preferito?
Il pescatore di uomini di Galilea. A partire da quando è andato in cerca degli ultimissimi.
-I tuoi pittori preferiti?
Bottticelli, nelle stanze che ci accolgono stupefatti negli Uffizi a Firenze.
Beato Angelico, a San Marco, sempre a Firenze.
Piero della Francesca e la Leggenda della Vera Croce, ad Arezzo.
Più in qui, Edward Hopper.
-I tuoi musicisti preferiti?
Il Rossini delle ouvertures.
Franco Battiato di “Fisiognomica”.
-I tuoi registi cinematografici preferiti?
Oliver Stone di Natural Born Killers.
Quentin Tarantino di Pulp Fiction.
Robert Altman di America oggi,
Kieślowski di Film bianco.
Il Rossellini di Roma città aperta.
-Quale qualità prediligi in un uomo?
Il coraggio: quello di ammettere di avere paura, soprattutto.
-Quale qualità prediligi in una donna?
La resilienza – l’avere (e dare) forza in circostanze impossibili.
-Quale sport pratichi?
Tiro calci a pallone con l’interista di famiglia.
-Saresti capace di uccidere qualcuno?
Lo temo, più che altro.
-Chi ti sarebbe piaciuto essere?
Paul Newman ne “La stangata”.
O il Lettore del romanzo di Calvino.
Più in generale, sempre, quel me stesso migliore di cui ho avuto cognizione un momento dopo aver fatto la cosa sbagliata.
-Qual è il tratto distintivo del tuo carattere?
Sono sempre stato curioso di tutto. Scopro di esserlo ancora.
-Che cosa apprezzi di più nei tuoi amici?
La generosità.
-Qual è il tuo principale difetto?
Mi attacco ai dettagli, non intuisco i frangenti. Sono tendenzialmente allegro, ma lo mostro poco (anche a me stesso).
-Quali scrittori preferisci?
Kafka, tutto. Oggi Jonathan Franzen de “Le correzioni”, Martin Amis de “L’informazione”. Italiani, Tondelli di “Camere separate”.
-Quali poeti?
Giorgio Caproni, Mario Luzi. Oggi, Pierluigi Cappello.
-Quali sono i cinque libri della tua vita?
In varie stagioni:
Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne
Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino
Meno di zero di Bret Easton Ellis
Caos calmo di Sandro Veronesi
L’uomo inquieto di Henning Mankell
-Quale CD ti porteresti in un’isola deserta?
Le quattro stagioni di Vivaldi. Lo ascolterei nel passare del tempo.
-Quali sono i tuoi eroi nella vita reale?
Uomini e donne che, silenti e non visti, soccorrono ai mali propri, e altrui, e parlano con retto e onesto conversar cittadino.
-Che cosa, più di tutto, detesti?
La falsità. E la volgarità.
-Di che morte vorresti morire
Di quella di chi è vissuto consapevole di essere un nodo, temporaneo e irripetibile, di relazioni. Gioioso, possibilmente.