Il questionario di Proust: Liviana Covre

Dove ti piacerebbe vivere?

In una città di mare: mi manca il mare di Otranto dove ho trascorso tante estati. Quel mare, dominato dai colori degli oleandri, conserva i sapori dell’infanzia e il profumo di una terra che, per metà,  mi appartiene. Vi sono tornata poco tempo fa e ho ritrovato atmosfere e suggestioni che credevo perdute, ma ho anche capito  che il mio posto è qui, dove ho costruito una rete di affetti indispensabili. Se da giovane sognavo di fuggire da Sacile, ora ho capito che aveva ragione il poeta Orazio: “ qualunque viaggio noi intraprendiamo, noi inseguiamo la felicità, ma la felicità è qui”. Allora non è necessario cambiare l’orizzonte se abbiamo l’animo sereno.

Il tuo ideale di felicità terrena?

Un mondo in cui la giustizia non sia un’utopia. Un mondo in cui si possa veramente dire che la legge è uguale per tutti. Un mondo in cui non governi la prepotenza del più forte. Un mondo in cui tutti compiono il loro dovere, nel rispetto di se stessi e degli altri. Un mondo in cui la politica conservi il valore per cui è nata. Un mondo in cui tutti capiscano che l’arte e la cultura sono le uniche droghe salvifiche. Per me vale quanto ho imparato dai miei maestri: c’è un solo e unico scopo per cui vale la pena vivere: comprendere e testimoniare la complessità che ci circonda, indagare i misteri e la bellezza dell’esistenza. Più si studia, più si indaga e si cerca di capire,  più ci affascina il mistero della vita e più ci si sente bene nel mondo.

Per quali errori hai più indulgenza?

Per quelli dettati dalla generosità o determinati dall’inesperienza come molti errori compiuti dai giovani: a costoro molti errori devono essere perdonati in nome dell’ età che hanno.

Qual è il tuo personaggio storico preferito?

Più di uno. Nel mondo antico Alessandro Magno: ha capito che la grandezza del suo impero dipendeva dal rispetto per la complessità di una realtà multietnica. Federico II: un imperatore moderno nell’Europa del ’200. Intelligente, colto, capace di tenere a bada il papa e di avviare spregiudicate trattative diplomatiche con gli avversari. Amante dell’Italia, al punto di trascurare le sue radici germaniche e di fondare la prima scuola di poesia in lingua volgare siciliana. Giustamente “ stupor mundi”, come lo chiamarono i contemporanei. Davanti alle sue spoglie, custodite nella cattedrale di Palermo, mi sono inchinata nell’omaggio che si deve ai grandi della storia. Tra i personaggi più vicini nel tempo scelgo Gandhi: ha liberato il popolo indiano dal colonialismo inglese, insegnando la disobbedienza pacifica e ci ha lasciato la testimonianza di una vita spesa per gli altri. Ho sempre pensato che anche Gesù lo avrebbe seguito.

I tuoi pittori preferiti?

Tanti. Gli angeli e gli azzurri di Beato Angelico; le forme di Botticelli; i colori di Tiziano; i paesaggi degli impressionisti; la rivoluzione incarnata da Picasso.

 I tuoi musicisti preferiti?

Vivaldi, Mozart, Beethoven, Chopin, Puccini. Sono blasfema se aggiungo anche De Andrè, Battisti e Gaber?

I tuoi registi cinematografici preferiti?

Visconti, De Sica (naturalmente Vittorio), Fellini, il Pasolini di Medea e del Vangelo secondo Matteo.

Quale qualità prediligi in un uomo?

L’intelligenza.

Quale qualità prediligi in una donna?

L’intelligenza

Quale sport pratichi?

Nuoto, Footing.

Saresti capace di uccidere qualcuno?

Non lo so: è facile e ipocrita dichiararsi per la non violenza, seduti comodamente sul proprio divano. Sono certa che non potrei mai aggredire fisicamente nessuno, ma so anche che di fronte all’aggressione altrui o alla vista di una violenza verso un debole, sentirei il dovere etico di reagire con ogni mezzo a mia disposizione.

Chi ti sarebbe piaciuto essere?

Atena, per il piacere di prendermi gioco dell’insopportabile Ulisse.

Qual è il tratto distintivo del tuo carattere?

La schiettezza.

Che cosa apprezzi di più nei tuoi amici?

La lealtà.

Qual è il tuo principale difetto?

Uno solo? Tanti! Anche se mi piacerebbe dichiararmi perfetta come Mary Poppino, ma la perfezione appartiene solo ai personaggi delle favole. Allora, dichiaro la mia irruenza, la mia impazienza, soprattutto di fronte alla falsità che annuso come un cane da tartufo e quella schiettezza che dà fastidio agli altri, ma alla quale non intendo rinunciare: chi supera la sfida che io lancio, nel rifiuto di una facile simpatia, mi diventa amico.

Quali scrittori preferisci?

Dostoevskij, Balzac, Tolstoj, Calvino, Tabucchi.

Quali poeti?

Lirici greci, Orazio, Dante, Leopardi, Montale, Pasolini, Valduga, Rondoni.

Quali sono i cinque libri della tua vita?

Le mille e una notte: vi ho scoperto il piacere della lettura e ho ancora i rimorsi per quanto è costato a mia madre in anni di vera povertà; Odissea: contiene l’incanto e le meraviglie della classicità; Pinocchio: ho capito che un pezzo di legno  può essere più vero di un essere umano; I Promessi sposi: nonostante non ami Manzoni, ne riconosco la grandezza nel tratteggiare l’animo umano; I Fratelli Karamazov: “Il discorso del Grande Inquisitore” appartiene all’assoluto della letteratura. (Cinque però sono pochi). Ma sono certa  che, in un’isola deserta, mi basta la Divina Commedia: contiene tutti i  libri del mondo!

Quali sono i tuoi eroi nella vita reale?

Falcone e Borsellino: vale sempre la massima che è triste un paese che ha bisogno di eroi, ma questi due amici, politicamente divisi sul piano delle scelte ideologiche, incarnano la nobiltà di questo nostro paese, troppe volte ostaggio dei peggiori gaglioffi della politica. Sono orgogliosa di essere italiana di fronte a uomini di quella grandezza.

Che cosa, più di tutto, detesti?

Gli ipocriti e gli opportunisti.

Di che morte vorresti morire?

Nel sonno senza accorgermi di nulla, come tutti coloro che temono il dolore fisico più ancora della morte.

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