Giovani, cultura ed insegnamenti – Lisa Piccolo

pordenonelegge1Nei giorni 18, 19 e 20 settembre noi della VEg ci siamo recati a pordenonelegge, un’importante manifestazione che si svolge annualmente e che ha come protagonisti noti scrittori italiani, invitando però anche noi cittadini ad un piacevole incontro con la cultura. Durante la mattinata di mercoledì siamo andati all’Auditorium Vendramini di Pordenone, dove abbiamo potuto assistere alla presentazione del volume del concorso “Racconti in classe”. Questo concorso prevedeva che studenti di terza media e seconda superiore usassero la loro fantasia ed immaginazione con lo scopo di creare un racconto nel quale ci fosse una frase valida per tutti i partecipanti. La parte di uno dei racconti vincitori che mi è piaciuta di più diceva:” Quando si cade si rompe l’equilibrio tra vita reale e destino.” Mi ha colpita molto, poiché esprime qualcosa che mi riguarda personalmente: spesso infatti mi capita di cadere e non sapere più da che parte prendere in mano la mia vita, così ascoltando questa frase ho provato un certo senso di conforto misto ad una sorta di paura.
Poi abbiamo assistito ad un’altra conferenza anch’essa molto interessante riguardante il “Premio Dedalus”. Sul palco erano presenti quattro persone, il critico Alberto Casadei, Valerio Magrelli, che ha presentato il suo nuovo libro intitolato “Geologia di un padre”, Cristina Alziati e Daniele Giglioli. Magrelli ha parlato del rapporto con il padre: secondo lui infatti non è mai lineare, semplice o diretto, ma è invece un continuo scontro che noi tutti cerchiamo per dare una spiegazione al nostro vivere. Magrelli ha anche parlato concretamente di suo padre, dicendo di averlo sempre visto come un uomo inarrivabile, una sorta di “mostro saturnino”, ma anche come una persona infelice, profetica, che viveva solo nel disegno, ovvero l’unica parte bella di una vita infernale. Ha poi ceduto la parola a Cristina Alziati, la quale ha affermato di trovare rifugio e conforto nel testo poetico. Nonostante scriva poco e raramente, secondo lei la poesia non conosce una passione in particolare, ma nasce da una ferita attraversata sia dalla gioia che dal dolore. La poesia ha la straordinaria capacità di intrappolare il presente e trasformarlo in eternità e la sua bellezza deve essere costruita giorno dopo giorno con i rapporti umani, i sentimenti e le emozioni. Per me il suo intervento è stato molto significativo, dato che ha saputo cogliere la straordinarietà dell’arte poetica, ma soprattutto ha saputo trasmetterla a noi ascoltatori con grande semplicità e naturalezza. Infine ha parlato Daniele Giglioli, il quale fin da subito ha sollecitato il pubblico con una domanda:” Perché questa generazione cerca traumi da rappresentare?” La risposta è stata semplice e diretta: per cercare il nostro posto nel mondo. Nonostante questo però, la verità è che giorno dopo giorno ci troviamo in una continua e disperata ricerca di traumi da raccontare. Questo accade perché spesso e volentieri non consideriamo la nostra vita importante o degna di essere vissuta. Interessante per noi corrisponde a qualcosa che non viviamo, che non ci appartiene e che quindi non ci rappresenta: è per questo che spesso sentiamo la necessità ed il desiderio di provare (o almeno di ostentare) cose luttuose, non belle. Giglioli ritiene che tutto ciò sia causato da una generazione che tende continuamente ad eroicizzare le vittime e coloro che hanno subito, ma di fatto nel subire non c’è assolutamente niente di eroico!
Il giorno seguente ci siamo invece recati al teatro Verdi di Pordenone, dove Alberto Camerotto, professore di Ca’ Foscari, e due neolaureate ci hanno presentato il nuovo progetto “Aletheia, a scuola di satira antica”. Questa nuova creazione ha avuto origine mettendo insieme le forze, le abilità e le conoscenze di tutti e ha lo scopo di unire i valori dell’antica cultura greca con quelli della civiltà moderna. In questo contesto è di rilevante importanza la satira, che è un misto di filosofia ed ironia, ma è anche un modo di esprimere i nostri dubbi su noi stessi e su ciò che facciamo. Camerotto ritiene che sia nostro compito avere spirito critico nei confronti di ciò che siamo e di ciò che invece è la società che ci circonda. Il nostro scopo è quello di cercare la verità, anche se al tempo stesso dovremmo renderci conto che essa non è una conquista, ma una ricerca, una tensione ed un impegno continui: ogni singolo istante della nostra vita è fatto unicamente di questo. La satira è critica e va contro qualsiasi tipo di autorità, convenzione o istituzione, è mettere in campo il proprio pensiero per cercare di migliorare prima di tutto noi stessi e poi il mondo che ci circonda. Parlare liberamente non significa necessariamente portare distruzione, ma piuttosto creare il nostro futuro. Il problema sta principalmente in noi che per primi crediamo ai segni del potere anziché seguire la ragione. Concordo pienamente con tutto ciò che è stato detto in occasione di questa conferenza e ritengo che l’incontro sia stato molto interessante e coinvolgente.
Infine venerdì abbiamo assistito all’ultimo incontro con Paola Mastrocola, scrittrice ed insegnante, che ci ha parlato di emozioni, in modo particolare dell’inquietudine. L’inquietudine è un sentimento che non si vede ma che è mascherato e la domanda è: è meglio essere quieti oppure inquieti? Innanzitutto esistono diversi tipi di inquietudine, come ad esempio l’ansia, l’amore, l’insoddisfazione, il sentirsi inadeguati o l’essere lunatici. L’inquietudine è non sapere mai se qualcosa è giusto o sbagliato, è vivere nel futuro e al tempo stesso rovinarsi il presente, è la condizione di scoperta di chi siamo e di che posto occupiamo nel mondo: quando c’è inquietudine si aprono le porte del possibile. La scrittrice ha concluso augurando a tutti noi di cercare la quiete e di sperare di non raggiungerla mai.
Questi tre giorni sono stati per me di grande importanza, non solo per l’arricchimento culturale, ma anche perché gli incontri a cui abbiamo assistito mi hanno trasmesso valori ed insegnamenti che posso mettere in pratica anche e soprattutto nella mia quotidianità. Mi sono rispecchiata nella maggior parte della cose dette, capendo di conseguenza che tutte le domande che spesso mi pongo non appartengono solo a me ma anche a tanti altri.
Spero che questa esperienza si ripeta per aiutarmi a scoprire ancora meglio la mia personalità ed il mio modo di agire di fronte alla situazioni che la vita mi propone.

Lisa Piccolo

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