Cosa leggono i prof: Claudio Tondo

Può un filosofo (un tempo postmoderno e per giunta maschio) dare consigli pratici alle lettrici di Donna Moderna? È quanto cerca di fare Maurizio Ferraris nella rubrica “I ritmi della mente”. Ora quei brevi articoli sono stati raccolti e pubblicati in volume secondo un ordine alfabetico: insomma, un dizionario tascabile, dalla A di Anima alla W di Web, passando per Armadio, Cinema, Disordine, Impiccione, Pantofolaio, Riposo, Stress, Shopping, Vicini (di ombrellone)… Naturalmente ci sono i lemmi Corteggiatori, Figli, Innamorarsi, Marito, Matrimonio, Sentimenti, Sex (and the City), Sole (dormire da)”… e Vero (amore).

È proprio vero, quando tutti gli esperti sono a corto di idee, quando, come dice Franco Battiato, il “vuoto di senso” e “il senso di vuoto” o, più prosaicamente, i mille contrattempi dell’esistenza non trovano soluzione, non rimane altro, come ultima e disperata chance, che rivolgersi ai filosofi. I quali, vanitosi come sono e sempre alla ricerca di leggerezza (verrebbe da dire, “femminile”), non si tirano indietro. Come fa da tempo, ad esempio, Umberto Galimberti, altro filosofo (e psicoanalista junghiano), in una fortunata rubrica su D, magazine di Repubblica.

Rilevanza filosofica per le lettrici e per il lettori? Perché, si sa, i rotocalchi femminili sono letti, magari simulando indifferenza, anche dagli uomini (mentre raramente accade il contrario). Direi poca. I consigli di Ferraris o sono troppo astratti (e dunque inapplicabili) ai casi concreti della vita, o troppo banali. Ma per questo non serve un filosofo, basta accendere la Tv e ascoltare a caso; oppure leggere le altre pagine della stessa rivista.

E allora, perché ho letto questo libro? Per almeno tre motivi. Primo, perché l’ho trovato per caso, mentre cercavo altro, in Biblioteca (non l’avrei mai comprato). Potere della Serendipity, l’arte di cercare una cosa e trovarne un’altra, inutile o rilevante che sia. Secondo, perché compro e leggo con estremo interesse i libri “veri” di Ferraris: ad esempio, Dove sei? Ontologia del telefonino (2005) e Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (2009). Sì, lo confesso, Ferraris, anche quando fa il serio, cioè il filosofo, è divertente ed ironico, e il suo, mi sembra, è il giusto atteggiamento nei confronti della filosofia. Terzo, perché Filosofia per dame (ovvero, come l’autore stesso afferma, filosofia “su tutto” e “per tutti, maschi e femmine”) è in sé intrattenimento allo stato puro: si impara poco, anzi niente, il nostro agire nel mondo non subisce né mutamenti né traumi, ma si trascorrono le pause brevi che ci sono concesse, tra un impiccio e l’altro, in modo delizioso e, direi, sereno. Come quando si mettono le cuffie dell’iPod (che non ho), ci si isola dai rumori di fondo e si entra in un’altra dimensione, magari finta. E non è poco, anche se sembra.

Maurizio Ferraris, Filosofia per dame, Guanda, Parma 2011.

 

 

 

 

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