Come il rock ci ha salvato la vita, ideato da Roberto Muzzin e Fabio Fedrigo non contiene solo un insieme di scritti e citazioni di diversi autori, ma racconta di come il rock abbia cambiato l’intera mentalità di una generazione e di come abbia influito e ancora oggi influisca nelle vite dei suoi “sostenitori”.
Parla della nascita di una nuova generazione, unita dallo stesso amore per la musica e dalla stessa voglia di uscire dagli schemi. Il rock in fondo parla di questo, di sogni, libertà e di vita perché è della vita che scrive; “anela alla vita e della vita canta” ci spiegano Fabio e Roberto. In quegli anni più che ora (purtroppo) il rock era un modo di vivere, di porsi alle cose, era stato riconosciuto a questo genere un valore culturale talmente esplicito da cambiare completamente la mentalità giovanile comune. A causa del suo potere sovversivo non è mai stato visto di buon’occhio, “la dove la differenza fa orrore, ciò che si prospetta eccentrico ha vita dura” e gli ideali di libertà personale e spregiudicatezza che portava avanti incontrarono non pochi ostacoli con l’autorità, ma come disse il buon vecchio Ringo “I couldn’t more less” e così il rock continuò a vivere e rafforzarsi.
Il rock nasce dal blues della fine degli anni ‘50, ma non ne viene influenzato, vuole di più, ne prende le radici e lo trasforma aggiungendo testi che non parlano di cose astratte, ma della nostra vita per ottenere un sound totalmente nuovo; si adatta, ma senza perdere la sua essenza. I testi acquistarono una nuova importanza, quasi poetica o addirittura filosofica.
Durante l’incontro è infatti emerso come ad esempio il rock e la musica classica, pur sembrando talmente diversi, possano trovare combinazione assolutamente armoniose e seducenti, come fecero i The Nice alla fine degli anni ’60 includendo nei loro brani melodie di Bach o Tcajchovsky. Tra gli anni 60 e 70 il rock non rappresentava solo la trasgressione, riassunta nell’idea del sex, drugs and rock n’roll, era qualcosa di più profondo, portò a una rivoluzione non solo musicale, ma anche letteraria e cinematografica. Portò alla creazione di una coscienza collettiva, di una comunità in cui riconoscersi dove la musica e i sogni erano linfa vitale. Ascoltare rock, perdersi tra le sue armonie, avvicinava non solo le persone le une alle altre, ma anche ai loro idoli, per citarne alcuni: i quattro baronetti (Beatles), i Rolling Stones, Bruce Springsteen, o i più recenti Guns ‘N’ Roses.
Chi prima e chi dopo, tutti in questo libro entrarono in contatto con il rock, dai collezionisti maniacali di vinili a quelli di chitarre, da Carmen Consoli a Ado Scaini leader dei Tampax, punk band pordenonese degli anni ’80 e ognuno di loro ci racconta di come il rock abbia cambiato la loro vita. C’è chi nel rock ha trovato uno sfogo, una via di fuga, un rifugio e addirittura l’amore perché alla fine il rock per quanto duro e brutale possa essere è di questo che si nutre, dell’amore e delle esperienze di chi ha fatto di esso la sua vita. Ci sono canzoni che fanno rumore, canzoni che ti fanno sentire innamorato pure se non lo sei.
Chi non si è mai perso ascoltando una canzone rock?
Insomma il rock è vita, sogno e non rassegnazione, “la rassegnazione non fa parte del sogno. E di sogni si può anche morire, perché i sogni sono la vita.” Il rock è la vita.
Anna Montagner, 5Fs