La 5Ds a Pordenonelegge

pordenonelegge
Ogni studente della 5Ds ha adottato alcuni incontri di Pordenonelegge 2013 e ha fissato le frasi che lo hanno colpito di più.

Lucia Zotti – Cambiamo tutto! La rivoluzione degli innovatori

  • “Perché quelli che vogliono cambiare il mondo non aspettano. Lo fanno”
  • “Cambiare il mondo si può. Cambiare conviene”
  • “Parafrasando un antico proverbio africano, il momento migliore per cambiare l’Italia era tanto tempo fa. Ma se non lo abbiamo ancora fatto, il momento migliore è adesso. La strada è una sola. Si chiama innovazione senza permesso”

Caterina Zuliani – Ripensare il nido d’infanzia: uno spazio per i bambini

“Gli spazi (i nidi d’infanzia) devono adattarsi alle necessità, devono essere modellabili, non sono i bambini che devono adattarsi agli spazi, questi nuovi spazi sono gli “open space”. L’“open space” non è irrealizzabile in un asilo tradizionale, poiché i “numeri” sono solo dentro le nostre teste”. [F. Cremaschi]

“Bisogna ripensare l’impostazione tradizionale, spostare la centralità sul bambino come persona, come singolo. Bisogna creare diversi centri di interesse perché il bambino abbia la libertà di scegliere i propri percorsi e di ambienti aperti (anche vuoti) in cui c’è maggiore possibilità di scambio fra i bambini, i quali in questo modo esprimono la propria creatività, realizzando la propria natura.” [L. Fornasier]

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L’America dimenticata – (IVBs)

Russo-VladimiroIl 18 di settembre, nell’ambito di  “Pordenonelegge” si è svolta la conferenza “L’AMERICA DIMENTICATA” tenuta dai relatori Lucio Russo, matematico e fisico, e Valerio Vladmiro architetto e storico. Si è analizzato il contenuto dell’omonimo libro di Russo, che si propone di dimostrare la presenza di contatti tra l’America e civiltà del Mediterraneo prima di Cristoforo Colombo, che secondo la tradizione “scoprì” l’America, e ancora prima dei Vichinghi. Infatti è ormai un’idea accettata che questi giunsero nel nuovo continente attraverso le rotte nordiche.
Il libro si suddivide in due parti, la prima storico/teorica ed una seconda in cui sono presenti esempi concreti. Nella prima parte viene affrontata la storia delle civiltà e vengono proposte due teorie di evoluzione dell’uomo: secondo la teoria dell’evoluzionismo lo sviluppo riguarda propriamente ogni civiltà che segue il suo processo individualmente, quindi coesisterebbero livelli di avanzamento diversi; poiché sono presenti differenze sostanziali tra le varie culture si potrebbe quasi sfiorare il tema del razzismo. La seconda teoria predilige il diffusionismo, ipotizzando quindi uno sviluppo della civiltà e  dell’innovazione diffusa appunto grazie ai contatti (es. la ruota viene scoperta una volta sola).
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Leopardi e Majorana: dialogo improbabile tra un fisico e un poeta

IMG_1197È il primo evento dell’edizione 2013 di Pordenonelegge, mercoledì 18 settembre, Loggia del Municipio, ore 9.00, a cura degli studenti del Liceo Leopardi-Majorana, in collaborazione con la Compagnia teatrale Punto e… a Capo, con i docenti Susanna Corelli e Massimiliano Merisi, il coordinamento di Silvia Corelli e Carla Manzon e la partecipazione straordinaria di Alberto Casadei. L’evento, destinato a durare sino alle 12.30, si propone di scoprire, attraverso delle letture, le figure del poeta Giacomo Leopardi e del fisico Ettore Majorana, per quanto sia possibile nel pur lungo tempo per cui si estende.
Parlando del Recanatese, non si poteva non iniziare dal più celebre dei Piccoli Idilli, da quei quindici endecasillabi che racchiudono la visione, come dice il titolo, dell’Infinito. È il canto del poeta rinchiuso nel paterno ostello, che ama quell’ermo colle e quella siepe perché, sbarrandogli il mondo esterno e la realtà, lo lasciano spaziare colla fantasia, senza limiti, immaginando

“[…] interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quïete”.

Le cinque letture successive sono dedicate a Ettore Majorana, il geniale fisico siciliano misteriosamente scomparso nella notte del 25 marzo 1938. Sono perlopiù tratte dall’opera La scomparsa di Majorana, scritta da Leonardo Sciascia nel 1973. C’è, in particolare, una frase che mette in collegamento i due personaggi in oggetto, che pure sembrano tanto distanti: “La scienza, come la poesia, si sa che sta ad un passo dalla follia”. Questi passi inquadrano meglio la figura dello scienziato, a partire dalla descrizione fisica di un uomo con “un’andatura timida, quasi incerta […] gote lievemente scavate […] occhi vivacissimi e scintillanti”. Emerge che Majorana non ebbe mai buoni rapporti con Fermi e i ragazzi di via Panisperna, anzi nutriva nei loro confronti “senso di estraneità […] diffidenza […] a volte […] antagonismo”. Si parla di un paio di episodî intervenuti tra Majorana e Fermi. Una volta Majorana entrò di corsa nell’ufficio di Fermi, gli chiese di vedere la tabella che aveva approntato per risolvere una complicata equazione, estrasse di tasca un fogliolino scritto in fretta e furia e, vista la coincidenza, stabilì che la tabella di fermi andava bene.  Si ricorda poi che mentre Fermi faceva i calcoli con un regolo calcolatore, Majorana nello stesso tempo li eseguiva a memoria. “Fermi e i ragazzi- scrive Sciascia- cercavano […] lui [Majorana] semplicemente trovava”. Attorno alla scomparsa di Majorana si mossero poi false speranze dei familiari, sollecitazioni e interessi dalle alte sfere, la negligenza- insinua l’autore- della polizia che condusse le indagini, una girandola senza fine d’ipotesi, ma quello che oggi ci rimane di lui, avvolto nel mistero, è il suo genio.
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Dante e il Cristianesimo – Eugenia Colin

Carlo SiniLa conferenza tenuta il 18 settembre da Carlo Sini, filosofo italiano tra i più noti, in occasione del suo nuovo libro che utilizza spunti riguardanti Dante e la Divina Commedia tratti dai libri di Erich Auerbach, filologo tedesco vissuto tra ‘800 e ‘900, si apre con una domanda: ‹‹Perché Dante ha scelto il volgare?››.
La Divina Commedia, opera senza eguali in nessuna letteratura, opera da considerare l’inizio di quello che è il mondo in cui viviamo noi oggi infatti è stata scritta in lingua volgare. La risposta potrebbe sembrare perfino banale, ma proprio per questa sua banalità diventa complicata. L’uso di questa lingua risulta una novità per il periodo in cui è stata scritta la Commedia e una stranezza per il fatto che Dante si è ispirato a Virgilio per il suo percorso e quindi a rigor di logica avrebbe dovuto usare il latino; ma come scrisse nel  De vulgari eloquentia (scritto in latino perché il testo venisse letto dai più ricchi) il volgare è da considerare la lingua materna, quella che appartiene al popolo ma che può essere anche resa elegante. La scelta del volgare di Dante è poi giustificata dalla rivoluzione indotta dal Cristianesimo: fino al primo secolo dopo Cristo alcuni gruppi di convertiti che non si ritrovano più nel paganesimo e quindi non vogliono neppure frequentare i circoli culturali, si estraniano dalla lingua latina prediligendo il volgare come lingua per i cristiani, coloro che vogliono allontanarsi dal classicismo.

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Pordenonelegge: dalla satira ai sentimenti – Irene Dal Bò

pordenonelegge2Dal 18 al 22 si è tenuto Pordenone legge, giornate in cui il protagonista assoluto è il libro. In centro si sono svolti vari incontri e anche il Leomajor ha dato il suo contributo a questa manifestazione.
Durante la prima mattinata infatti si è tenuto “Racconti in classe”: i due vincitori, Alessandro Cortez e Marta Zerio che l’anno scorso erano rispettivamente di terza media e quinta ginnasio, hanno scritto due racconti diversi nonostante avessero lo stesso input. Il primo infatti ha narrato di un alieno, mentre la seconda ha usato la bicicletta in modo metaforico paragonandola alla vita.
La consegna del premio Dedalus, che si è svolto in seguito a questo incontro, si basa su opere giudicate significative che spesso in Italia non sono riconosciute come dovuto, ne fa una selezione e premia i migliori. Ad esempio è stato il primo a riconoscere il libro Gomorra di Saviano. Il fine di questo progetto è quello di difendere i libri che dureranno nel tempo e non i “primi in classifica” che spesso sono successi momentanei. Protagonisti di questa edizione sono stati: Valerio Magrelli, il cui romanzo parla del rapporto difficile tra padre e figlio che non è mai così semplice e lineare; Cristina Alziati, che ha scritto molte poesie nate da un’esperienza personale molto dolorosa e il cui libro pone molte domande forti; Daniele Giglioli, che si è interrogato sul perché una generazione, che non ha subito traumi come quello di una guerra, ne va alla ricerca per avere qualcosa di interessante da raccontare.
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Giovani, cultura ed insegnamenti – Lisa Piccolo

pordenonelegge1Nei giorni 18, 19 e 20 settembre noi della VEg ci siamo recati a pordenonelegge, un’importante manifestazione che si svolge annualmente e che ha come protagonisti noti scrittori italiani, invitando però anche noi cittadini ad un piacevole incontro con la cultura. Durante la mattinata di mercoledì siamo andati all’Auditorium Vendramini di Pordenone, dove abbiamo potuto assistere alla presentazione del volume del concorso “Racconti in classe”. Questo concorso prevedeva che studenti di terza media e seconda superiore usassero la loro fantasia ed immaginazione con lo scopo di creare un racconto nel quale ci fosse una frase valida per tutti i partecipanti. La parte di uno dei racconti vincitori che mi è piaciuta di più diceva:” Quando si cade si rompe l’equilibrio tra vita reale e destino.” Mi ha colpita molto, poiché esprime qualcosa che mi riguarda personalmente: spesso infatti mi capita di cadere e non sapere più da che parte prendere in mano la mia vita, così ascoltando questa frase ho provato un certo senso di conforto misto ad una sorta di paura.
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PordenoneLEGGE, e per fortuna! – Martina Majello

image_largeMi chiamo Martina, faccio la quinta ginnasio e questa settimana la mia classe ed io siamo andati ad alcuni eventi…no, scusate ma questo non era il modo con cui volevo aprire questa recensione. In pratica in questi giorni la 5E ha partecipato ad alcuni incontri con diversi lettori, professori e altri importanti personaggi italiani legati al mondo della scrittura. Non per niente la manifestazione che si occupa di organizzarli si chiama Pordenonelegge. I tre giorni che abbiamo passato più tra i vialetti di Pordenone piuttosto che tra i banchi di scuola sono stati veramente creativi e allo stesso tempo impegnativi. Gli incontri che sono stati scelti per noi trattavano degli argomenti completamente diversi, spaziavano infatti dall’inquietudine alla satira. Per non scombussolare le cose credo che dovrei cominciare dal principio, ovvero dovrei raccontarvi di ogni singolo evento, ma non temete, non mi prolungherò così tanto, spero.
Per prima cosa abbiamo partecipato alla presentazione del volume contenente i racconti del concorso “Racconti in classe”. Si tratta di un concorso svolto a livello scolastico dove noi ragazzi abbiamo tre ore di tempo per scrivere un racconto di cui ci viene fornito l’explicit o l’incipit oppure una frase o dei versi da utilizzare come fonte di ispirazione. Chiunque abbia frequentato la terza media o la seconda superiore negli ultimi anni e, soprattutto, nei paraggi dovrebbe sapere di cosa si tratta. L’anno scorso, come hanno spiegato gli studenti stessi che presentavano l’evento, ciò che è stato fornito ai ragazzi era una strofa di una poesia di Pierluigi Cappello,  “Parole povere”. Personalmente ritengo che  non fosse così facile inserire la frase in un racconto. Quest’anno che cosa si inventeranno? Lo scoprirò io stessa, perché anche la mia classe parteciperà.
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