Il cigno malato – Durigon

Soddisfatto per essere arrivato puntuale, o meglio abbastanza in ritardo da perdermi gli onnipresenti spot pubblicitari ma in tempo per l’inizio del film, mi siedo a metà della sala con l’animo di chi deve assistere a un evento. “Il cigno nero” ha aperto l’ultima Mostra del cinema di Venezia, ha sbancato i botteghini in America e soprattutto ha vinto un Oscar. Darren Aronofsky, il regista, ha fatto a lungo parlare di sé e ha già vinto meritatamente il Leone d’oro con il suo “Wrestler”. E poi un cast niente male: su tutti Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis e Winona Ryder. Inizia il film. Nina è la solita ballerina che sogna di diventare una stella e l’occasione della vita non tarda a presentarsi. Il direttore artistico Thomas Leroy sta preparando la rappresentazione de ‘Il lago dei cigni’ di Chajkovskij  e occorre rimpiazzare l’etoile Beth MacIntyre, ormai in crisi e “sull’orlo della menopausa” (così la definiscono le sue giovani “sensibili” colleghe). Continua a leggere

Agorà/Lumière: dentro il mondo del cinema

Poteva forse mancare tra gli argomenti di dibattito il cinema?
Inauguriamoci oggi anche questa rubrica.
A quanto pare molto prof. sono andati a vedere l’ultimo film di Aronofsky, Il cigno nero. I loro giudizi sono molto distanti.
Iniziamo pubblicando la recensione del prof. Gargani, cui seguirà la tenzone Durigon-Tondo.

Oltre allo sport, la mia seconda passione è il cinema. Vado a vedere quasi tutti i film che danno a Cinemazero già dagli anni ’70, quindi credo di aver visto centinaia e centinaia di film.
Ieri sera ho visto “Il cigno nero”, pur avendo letto recensioni non troppo positive su di esso.
Il tema è inquietante e alcune scene sono quasi inguardabili. Forse è un film che può piacere più alle donne che agli uomini.
Nina, la protagonista (una splendida e bravissima Natalie Portman) è una giovane ballerina tecnicamente perfetta che sogna di diventare ciò che sua madre (Barbara Hershey) non è riuscita ad essere. E’ chiaro fin dall’inizio che la debole psiche della ragazza viene quotidianamente minata dall’ossessiva presenza della madre che, cercando a modo suo di proteggerla, le impedisce di uscire dalla fase infantile ed entrare in quella adulta con tutti gli aspetti (anche pericolosi) che ciò può comportare.