Alessandro Baricco e la magia di Mr Gwyn

mr-gwynJasper Gwyn è uno scrittore di fama mondiale, vive a Londra e apparentemente ha una vita perfetta. D’improvviso capisce che vuole smettere di scrivere, vuole cambiare il suo vivere quotidiano. Così, un giorno, pubblica un articolo su “Il Guardian”, nel quale elenca cinquantadue cose che non avrebbe più fatto nella sua vita. L’ultima dell’elenco era, appunto, smettere di scrivere libri.
Jasper Gwyn su trasferisce in Spagna, scompare per qualche mese quando d’un tratto sente che gli manca il gesto dello scrivere. Prova la scrittura mentale, ma senza buoni risultati; allora tenta di analizzare ogni suo singolo gesto, come proponeva l’esercizio di un film, ma non funziona. Passa in rassegna tutti i mestieri in cui è prevista la scrittura e, dopo una lunga ricerca, decide che avrebbe fatto il copista.
Un giorno si trova a visitare una galleria d’arte e si ferma ad osservare incuriosito le foto e i ritratti di un artista. Mr Gwyn stava cercando un equilibrio, “quel baricentro che evidentemente gli era venuto a mancare” quando aveva smesso di scrivere.
I ritratti lasciano immaginare una storia, quella storia che Jasper avrebbe voluto scrivere, un modo per “riportare a casa” le persone. Decide che avrebbe scritto ritratti.
Si occupa di trovare un luogo, un ex garage nel quale ‘lavorare’, una musica che colmi il vuoto del silenzio, delle lampadine che abbiano tempo determinato.
Sa già a chi fare il primo ritratto: a Rebecca, la stagista del suo agente e amico Tom. Lei dovrà posare nuda per quattro ore al giorno, dalle 16 alle 20, per trentadue giorni. Jasper sa anche che “avrebbe potuto guardarla a lungo senza soggezione, senza desiderio e senza annoiarsi mai”, nonostante il suo fisico grassottello e la distanza che c’era fra i due. Lei era perfetta.
Questa storia dei ritratti piace molto ai clienti, tanto che Mr Gwyn trova la sua strada, anche se non per molto tempo.
Baricco mette a confronto la vita di tutti i giorni con i sogni e la fantasia che la accompagnano. Con il personaggio di Mr Gwyn, il lettore non riesce a staccare gli occhi dalle pagine del libro; è una continua sorpresa, una ricerca di un punto d’arrivo.
Lo scrittore lascia aperti molti sentieri e sono alla fine, attraverso il personaggio di Rebecca, mette a posto i pezzi della vita del protagonista. Tutti i personaggi sono improbabili: Tom, amico e agente di Jasper; la donna dal foulard impermeabile, che accompagna il protagonista durante tutto il viaggio; il vecchietto delle luci; Rebecca e lo stesso Mr Gwyn, che hanno in comune la diversità, una “non normalità” che caratterizza le opere di Baricco.
Dietro i personaggi di Alessandro Baricco c’è sempre e soltanto Alessandro Baricco. Questo libro, come altri che ha scritto precedentemente, è un ritratto di se stesso, del suo essere e del suo vivere. È una storia già iniziata in passato, con “Castelli di rabbia”, che si conclude con la ricostruzione di questo puzzle, attraverso il quale l’autore vuole “riportare a casa” le persone del ‘quadro’.
È sempre lo stesso Baricco, con uno stile semplice ed elegante che scrive la storia delle persone, perché come ricorda in ogni opera, “non siamo personaggi di una storia, siamo la storia stessa”.

Giulia Mozzon, 4Ds

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