“La poesia è una forma artificiale di prosa, che è capace di elevare il linguaggio al canto e abbassarlo alla visceralità dell’urlo” (Fernando Pessoa). E’ stato questo il tema trattato da Alberto Bertoni durante la sua conferenza: la poesia come forma d’arte, capace di esprimere anche i sentimenti più profondi dell’autore.
L’autore in questione è il poeta Giovanni Giudici, nato nel 1924 e recentemente deceduto (2011), originario di Le Grazie, in provincia di La Spezia; è stato ricordato in questa conferenza, con lo scopo di porre in rilievo le sue opere di maggiore importanza e la qualità della sua arte poetica. Bertoni ha introdotto il suo discorso, esponendo in un quadro generale le diverse sfaccettature della poesia del Novecento; ci ha particolarmente colpito il suo modo di descrivere la poesia lirica, che definisce “breve, concentrata e oscura, caratterizzata da una struttura verticale che si estende verso l’alto fino a toccare i fattori celesti e religiosi, ma anche verso il basso dell’interiorità umana e l’identità dei singoli soggetti”. Inoltre essa cerca di risolvere la parte più oscura e incontrollata della mente umana, che è costituita dai sogni. Giudici studia un modo per interagire direttamente con il lettore, renderlo partecipe attraverso il “tu” poetico, effetto dell’amore indefinibile, impalpabile e irraggiungibile. Fonda l’autobiologia, lavorando sull'”io”, che assume un aspetto femminile, contorto e contradditorio, come nella sua opera “La Bovary c’est moi”.
Bertoni vuole rappresentare la poesia come esercizio di igiene del linguaggio, che indica come “fatto individuale e collettivo, intreccia segreti e idee manifeste”. Infine desidera ricordare che il vero dialogo è il silenzio dentro di sé e l’accogliere la parola dell’altro. Essa è un potenziamento del linguaggio e una trasfusione di emozioni umane. Infine egli conclude la sua brillante conferenza citando una frase che Saba, quando era ormai malato, ha rivolto a Giudici (Bertoni ha definito i suoi ultimi tempi “anni di inconsapevolezza, assenza definita e prolungata dal mondo della realtà”): “Un grande amore o un grande dolore ti porterà la poesia”.
Sara Bertoia, Giorgia Brusadin, Alice Calabretto, Benedetta Raffin, Paola Mian VBg