Agorà/Lumière: dentro il mondo del cinema

Poteva forse mancare tra gli argomenti di dibattito il cinema?
Inauguriamoci oggi anche questa rubrica.
A quanto pare molto prof. sono andati a vedere l’ultimo film di Aronofsky, Il cigno nero. I loro giudizi sono molto distanti.
Iniziamo pubblicando la recensione del prof. Gargani, cui seguirà la tenzone Durigon-Tondo.

Oltre allo sport, la mia seconda passione è il cinema. Vado a vedere quasi tutti i film che danno a Cinemazero già dagli anni ’70, quindi credo di aver visto centinaia e centinaia di film.
Ieri sera ho visto “Il cigno nero”, pur avendo letto recensioni non troppo positive su di esso.
Il tema è inquietante e alcune scene sono quasi inguardabili. Forse è un film che può piacere più alle donne che agli uomini.
Nina, la protagonista (una splendida e bravissima Natalie Portman) è una giovane ballerina tecnicamente perfetta che sogna di diventare ciò che sua madre (Barbara Hershey) non è riuscita ad essere. E’ chiaro fin dall’inizio che la debole psiche della ragazza viene quotidianamente minata dall’ossessiva presenza della madre che, cercando a modo suo di proteggerla, le impedisce di uscire dalla fase infantile ed entrare in quella adulta con tutti gli aspetti (anche pericolosi) che ciò può comportare.
Nina resta  prigioniera di una doppia personalità, nonchè di un patologico autolesionismo fino alla catarsi finale. Giocano un ruolo ulteriormente negativo e perverso su di lei: il coreografo (Vincent Cassel) che,pur avendola scelta per il ruolo di prima ballerina ne “Il lago dei cigni”, continua ad umiliarla; Lily, ballerina sua rivale, che la attrae e la respinge nello stesso tempo perchè rappresenta il lato oscuro della sua personalità; Beth (Winona Ryder), ex prima ballerina del N.Y.City Ballet, messa da parte per “raggiunti limiti d’eta’ “, per la quale Nina prova un profondo senso di colpa per aver preso il suo posto.
Che dire? Spiace davvero tanto per Nina che un bravo psichiatra avrebbe potuto salvare, ma riconosco comunque al regista (Darren Aronofsky) di riuscire ad estrarre dagli attori che sceglie come protagonisti dei suoi film il massimo che possono dare (ricordate Mickey Rourke, Oscar in The Wrestler?) .
Natalie Portman ha interpretato il ruolo di Nina in modo esemplare, preparandosi ad esso, credo, con una tenacia ed un lavoro infaticabili. Ha ballato personalmente sulla scena sottoponendosi a durissimi allenamenti, è dimagrita prima e durante le riprese, riuscendo a mantenere un volto incantevole. Meritatissimo quindi l’Oscar a lei assegnato.
A risentirci per un film meno angosciante.

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