La magia del ristorante Lumachino
Ringo lavora in un ristorante turco a Tokio e vive da alcuni anni insieme al suo fidanzato. Una sera, tornata a casa dopo il lavoro, scopre di essere stata abbandonata. Nell’appartamento non c’è più nulla. Nessun mobile, nessun biglietto, persino le stoviglie sono state portate via. Sconvolta da questo avvenimento, la ragazza perde la voce. Siccome non aveva nessun soldo in tasca, decide di tornare nel suo paese sperduto tra le montagne nel quale non metteva piede da ormai dieci anni. Infatti a quindici anni la giovane era scappata di casa, proprio a causa del cattivo rapporto con la madre. Nonostante il suo improvviso ritorno, la loro relazione non migliora. Anzi.
Spaesata da questo cambiamento nella sua vita, Ringo inizia a pensare al suo futuro ed è proprio durante la prima notte che passa a casa di sua madre che avrà un’idea brillante.
“Se pure mi avessero strappato di dosso fino all’ultimo indumento e fossi rimasta completamente nuda, sarei stata sempre e comunque capace di cucinare. Avevo ormai preso la decisione della mia vita” afferma la ragazza, per questo, nonostante i suoi problemi economici, deciderà di chiedere a sua madre il granaio abbandonato della casa per costruire un ristorante che chiamerà “Lumachino” e ospiterà una sola coppia al giorno.
La cuoca è proprio la protagonista, che potrà finalmente mettere in pratica tutti gli insegnamenti colti nei vari ristoranti di Tokio in cui ha lavorato.
Nei lavori più pesanti sarà aiutata da alcune persone del villaggio, mentre la madre continuerà a rimanere distante.
Subito dopo l’inizio dell’attività, il ristorante Lumachino diventa uno dei migliori della periferia di Tokio, famoso per le squisite pietanze e l’atmosfera straordinaria. Tutto ciò che viene cucinato dalla protagonista riesce a rendere migliori le persone e a riappacificare gli animi. È come se Ringo conoscesse la storia di queste persone e trovasse una soluzione attraverso il cibo, che sembra quasi che parli con le persone e comunicasse loro felicità. Ad esempio la prima cliente è una concubina che finalmente ritrova la voglia di vivere; successivamente una ragazza conquista il cuore dell’amato dopo tanti anni di sofferenze; una coppia gay si trova in questo ristorante e ritiene una fuga d’amore il mangiare in un posto così accogliente e privato; un uomo scontroso che vedeva solamente il peggio nelle persone conosce il vero senso del vivere e diventa un gentiluomo in grado di godersi le relazioni con altre persone.
Ringo, felice per il successo e per aver realizzato il sogno della sua vita, decide di migliorare i rapporti con la madre, chiedendo scusa e perdonando il comportamento del genitore. La loro riconciliazione porta la protagonista a incontrare le verità su suo padre e a recuperare i tanti anni persi in litigi con la madre.
La giovane è al culmine della felicità, parla con il cibo e le bevande, crede che essi abbiano un’anima e riescano a capire i suoi pensieri.
Nel frattempo la madre si risposa e Ringo decide di cucinare moltissimi piatti coloratissimi e tutti diversi tra loro. Ma dopo poco purtroppo la madre si ammala di una grave e improvvisa malattia che la condurrà alla morte, senza lasciare tempo alle due di recuperare tutto il tempo perduto. Ringo, però, non si rassegna e immagina di averla sempre accanto, recuperando in questo modo la voce che tanto tempo prima aveva perso.
L’atmosfera di questo romanzo è sospesa e intensa. L’inizio ha un significato di abbandono e vuoto, mentre la storia, successivamente, si arricchisce di sapori che rendono dolce e piacevole la lettura. È un’avventura intrigante quella di Ringo, che assomiglia a quella che noi desideriamo per noi stessi.
La scrittrice giapponese, Ito Ogawa, riesce a trasmettere emozioni semplici che accomunano tutti gli uomini, dando al romanzo un autentico significato di vita e felicità.
Vale la pena leggere questo libro anche solo per la possibilità di sognare ad occhi aperti un luogo in cui ogni pensiero e ogni emozione possono essere espressi mediante il cibo. Per quanto sia difficile per noi occidentali immaginare i piatti cucinati da Ringo, dalle pagine del libro escono sapori e profumi delle diverse combinazioni degli elementi. Una caratteristica di questo romanzo sono infatti le lunghe e dettagliate descrizioni, all’interno delle quali il lettore si può immergere fino a non sentire più nulla oltre a sapori e odori straordinari.
Alla fine del romanzo la protagonista capirà che “ci sono moltissime cose, dormienti da qualche parte nel mondo, che basta cercare pazientemente per trovare”. Ed è questo il messaggio che la scrittrice vuole trasmettere: grazie alla cucina, chiunque può trovare amore e gioia di vivere: questi sentimenti vanno ricercati, altrimenti, qual è il senso della nostra esistenza?
Giulia Mozzon, 4Ds