“Chiudere gli occhi per iniziare a vivere”

ipescinonchiudonogliocchi“Lo so da un anno, io cresco e il corpo no. Rimane indietro” .

Catapultato in una miriade di ricordi, Erri De Luca rivive l’estate della prima volta in cui gli anni si scrivono a due cifre, quando il corpo mantiene le sembianze di un bambino obbligato a rimanere imprigionato nel suo bozzolo e la mente, spinta dall’euforia di quell’età, è già andata molto oltre. Un racconto con il sapore di mare e acqua salata impresso nelle pagine che racchiudono la voglia di sentirsi più grandi, di scoprire cosa c’è di apparentemente sconosciuto, la necessità di sprigionare un corpo che sia in grado di concorrere ai propri pensieri decidendo perfino di subire violentemente la gelosia di tre ragazzini per un desiderio che anche lo scrittore possedeva. Così, tra sguardi e sfide, tra pescate al chiaro di luna e ghiaccioli sciolti ancora prima di essere scartati, il bambino qual’era scopre il senso del verbo che più gli era a cuore: mantenere, la promessa di tenere per mano qualcuno. Ed è proprio in quelle magiche serate di fine estate che per la prima volta vive l’Amore, assaporando tutto ciò che comporta rimanendo esterrefatto da una tale bellezza come un pesce che, sbalordito, tiene sbarrati gli occhi.
Sicuramente un romanzo profondo e coinvolgente che tiene ancorato il lettore in un’altra dimensione, facendo vivere passo dopo passo ogni situazione narrata, un linguaggio azzeccato per mettere a confronto le due diverse fasi della vita, dialettale e fervido nella giovane età e più colto con il passare del tempo. Tuttavia, seppure utilizzi una certa ironia nel raccontare la sua infanzia, De Luca riesce a trattare temi per certi aspetti difficili come la perdita di una persona e la concezione generale dell’amore e del bene attraverso gli occhi di un bambino di dieci anni che ancora della vita sa praticamente nulla.

Anahi Pagura, 3Eu

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